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Edilizia scolastica dalle Province ai Comuni: e i soldi?

L'intervento di Claudio Piron, Assessore all'Edilizia scolastica del Comune di Padova

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Se così fosse senza un adeguato conteggio dei costi sostenuti dalle Province per la costruzione e la manutenzione di scuole, palestre, laboratori e l’impegno da parte dello Stato di dare ai Comuni quanto necessario, allora si rischia il collasso! E scuole sempre meno sicure!!

Facciamo i conti: gli edifici scolastici in Italia sono 42.000 e ospitano 7,5 milioni di studenti. Le scuole superiori sono circa 5.000 ed ospitano 2,7 milioni di studenti. Secondo i dati di Legambiente (indagine 2011) dei 42.000 edifici: - il 50% si trova in aree a rischio sismico; - il 9% è in aree a rischio idrogeologico; - il 36% è in situazione di emergenza e necessita di manutenzioni urgenti; - il 42% non ha il certificato di agibilità; - il 65% è stato costruito prima del 1974 e si va dai 40 anni ai 150/200 anni; - il 80,6% è stato costruito in assenza di sistemi antisismici; - il 64,6% non ha il certificato di prevenzione incendi; - il 50% non ha le scale di sicurezza.

A fronte di tutto ciò dal 2004 ad oggi lo stato è stato pressoché assente, con responsabilità diverse dei vari governi succedutesi: a) nel 2004/2005 governo ed Anci avevano stimato in 13 miliardi gli interventi necessari. Nel 2011 è stato verificato che i Comuni avevano impegnato i 4 miliardi di loro competenza ma il governo non aveva fatto altrettanto per i suoi 9 miliardi! b) l’intesa in conferenza stato-regioni ha previsto l’assegnazione diretta a comuni e province: - nel 2010 di 358 milioni, ma ne sono stati erogati solo 161 (il 45%); - nel 2012 dei previsti 196 milioni sono in disponibilità del ministero solo 20 milioni (il 10%); c) la delibera CIPE del gennaio 2012 assegnava 100 milioni per nuovi edifici e 100 milioni per la messa in sicurezza. Ma ora sembra che 120 andranno alle scuole in zone sismiche e quindi resteranno solo 80 milioni!

La settimana scorsa nell’incontro con il ministro Profumo in sede Anci abbiamo fatto presente questa situazione di grande difficoltà. E ancora una volta abbiamo chiesto: 1. l’esclusione delle spese di edilizia scolastica dal patto di stabilità; 2. un nuovo piano nazionale che consenta programmazione e investimenti per messe in sicurezza, risanamento, ristrutturazioni favorendo la ripartenza delle economie locali; 3. che Comuni e Province siano i destinatari diretti dei finanziamenti; 4. il completamento dell’anagrafe scolastica.

Purtroppo oltre alla disponibilità al dialogo da parte del ministero della pubblica istruzione non ci sono stati segnali incoraggianti. Anzi! E’ del tutto evidente quindi che di fronte a questa situazione se il governo decidesse di affidare ai comuni anche le 5.000 scuole ora in carico alle province la situazione diventerebbe insostenibile. Le manutenzioni ordinarie e straordinarie quasi abbandonate e la sicurezza sempre più a rischio! Onorevoli e senatori sapranno portare le modifiche necessarie al decreto del governo? Se così non sarà prepariamoci al peggio! O chiediamo ai sindaci di rinunciare a rotonde, asfalti, pali della luce e mettere al primo posto le opere di edilizia scolastica!

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