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Elezioni 2022, Peghin si prende 10 giorni per decidere se sfidare l'amico Sergio Giordani

Nel centrodestra c'è frattura sul nome del candidato da opporre all'attuale sindaco. La longa manus di Bitonci e il dietro le quinte di una partita ancora in fase di riscaldamento. Si gioca per studiare le strategie migliori per far uscire i veri aspiranti allo scoperto

Si è preso dieci giorni per pensarci. Lui è Francescho "Chicco" Peghin, l'imprenditore che parte del centrodestra ha indicato come candidato ideale per togliere a Sergio Giordani lo scettro di sindaco di Padova. L'ex presidente di Confindustria (2006-2011), campione del mondo di vela a metà anni Novanta, non ha ancora sciolto le riserve, soprattutto perchè sente di non avere l'appoggio della maggioranza.

Ripensamenti

Questo non per demeriti suoi, che finora è sempre stato fuori dalla scena politica (tra l'altro è amico di Giordani) ed ha sempre tenuto un basso profilo in città, nonostante la nota azienda di famiglia e i diversi ruoli rivestiti da presidente del Parco scientifico e tecnologico Galileo, presidente di Fondazione Nord Est e Musme. Si porta dietro il nome pesante del leghista Massimo Bitonci, ex sindaco di Padova sfiduciato nel 2016 e oggi parlamentare e commissario per il Carroccio a Padova. E' lui che ha fatto il suo nome ed è lui che spinge per la sua candidatiura, convinto che la sua figura civica possa sconfiggere Giordani. Massimo Bitonci però continua ad essere divisivo, come quando era primo cittadino a Padova. Che è poi uno dei motivi per cui il suo mandato si è concluso a metà corsa. C'è mezzo centrodestra, infatti, che non la vede come lui. All'interno del suo partito stesso, personaggi del calibro di Roberto Marcato e Fabrizio Boron non hanno mai nascosto di non condividere affatto la scelta. Lo stesso presidente della Regione Luca Zaia, pur avendo evidenziato l'importanza dell'autonomia decisionale locale nel decidere le candidature, si è defilato dicendo di non conoscere la matrice della scelta. Da Venezia filtra poi la tesi che difficilmente lo si vedrà troppo in campo in campagna elettorale per sostenere un uomo di Bitonci e contro Giordani, con cui in questi quasi 5 anni di mandato ha costruito un rapporto di estrema fiducia.

Alternative

Anche Fratelli d'Italia ha avuto una reazione tiepida al nome di Peghin, convinta di poter recitare un ruolo più importante. Volendo, ha fatto sapere di essere in grado anche di presentare una propria candidatura, a scelta tra Enoch Soranzo ed Elisabetta Gardini, ritornata a Padova (a malincuore) dopo l'esperienza europea, la sconfitta alle regionali e il tentativo di scalare i vertici del partito a Roma. Peghin quindi oggi vive tra la voglia di provarci e il timore di non avere il sostegno necessario per sfidare Giordani, considerato attualmente favorito dai sondaggi. Nel frattempo dall'altra parte anche l'attuale sindaco aspetta di conoscere il nome del suo eventuale avversario per scoprire le carte e ufficializzare la sua ricandidatura. Dentro poi ci sono gli intrecci e le strategie, visto che i più maligni considerano Peghin solo una pedina utilizzata dal centrodestra per portare allo scoperto Giordani, per poi tirare fuori il vero candidato. Non è mai stata esclusa definitivamente l'ipotesi che a scendere in campo possa essere Andrea Ostellari, il regista del fallimento del Ddl Zan, che tra i leghisti continua ad essere uno tra gli esponenti con il profilo apparentemente più istituzionale.  

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