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Massimo Bitonci alle Cucine popolari: "Da sindaco chiederò di entrare nella Fondazione"

Sabato mattina, a nove giorni dal ballottaggio elettorale che deciderà chi sarà il sindaco di Padova, il candidato leghista ha espresso il proprio pensiero sul futuro della realtà che da anni offre un pasto caldo ai tanti bisognosi presenti in città

"Le Cucine popolari sono un tema importante e fondamentale per la città, non un tema che divide. Da due anni chiediamo una soluzione legata al controllo non tanto allo spostamento. Questa è l'occasione per dire grazie al vescovo di Padova che ha deciso di farle diventare una fondazione: una fondazione ad ampiamento del servizio. Se sarò sindaco chiederò di poter partecipare direttamente con una quota", queste le parole del candidato sindaco Massimo Bitonci che sabato mattina, a nove giorni dal ballottaggio elettorale che deciderà chi sarà il sindaco di Padova, ha espresso il suo pensiero sul futuro delle Cucine popolari.

CRESCITA PER LA COMUNITÀ. "Propongo quindi che il Comune di Padova,  - continua Bitonci - accompagnato eventualmente dalla Camera di Commercio e dall’Università, sostenga la Fondazione Nervo Benvegnù-Pasini, garantendole un aiuto anche economico, secondo le modalità che vorrà indicare il nostro Vescovo. Fatta salva la necessità di distinguere fra chi cerca aiuto e chi approfitta in modo malevolo della carità altrui, trovo necessario che il Comune condivida lo sforzo di garantire un servizio sicuro, equo e pienamente solidale ai bisognosi, secondo una modalità che consenta a questo servizio di rappresentare un’occasione gioiosa di crescita per la comunità che lo accoglie e non causa di paura o degrado".

CONTROLLI. "Grazie a Suor Lia per il suo servizio che ha fatto per i poveri". Quando Bitonci era in carica come sindaco della città si era fatto promotore di una serie di controlli con gli agenti della polizia locale all'esterno delle Cucine popolari di Suor Lia, in via Tommaseo.

SUOR LIA. "Cercheremo collaborare fianco a fianco con Suor Lia". Relativamente a come si intenda regolamentare l'attività alle cucine popolari, il candidato sindaco leghista dichiara: "Non verranno schedate le persone ma verranno segnati i nominativi di chi usufruisce del servizio perchè se il comune sa le problematiche, le situazioni di disagio, può intervenire in maniera diversa".

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