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Elezioni comunali 2014

VERSO LE ELEZIONI - Intervista al candidato del Pd Filippo Pacchiega

Una chiacchierata con l'insegnante 42enne, esponente renziano del Partito Democratico, in lista per le elezioni comunali di Padova, affrontando i temi che interessano i giovani, la scuola, il sociale e lo sport

Filippo Pacchiega è padovano, ha 42 anni, dopo aver lavorato in start-up per il web, attualmente fa l'insegnante di Filosofia e Storia al liceo Einstein di Piove di Sacco. Nel tempo libero allena squadre calcistiche giovanili in una società sportiva cittadina. Esponente del Partito Democratico, per il quale è stato eletto all’Assemblea nazionale come capolista cittadino con Matteo Renzi, è ora in lista per le elezioni amministrative in programma il prossimo 25 maggio in cui sarà votata la nuova squadra che guiderà palazzo Moroni per i prossimi 5 anni. Lo abbiamo intervistato.

Fa l'insegnante e quindi lavora quotidianamente a stretto contatto con i giovani. Dal suo osservatorio privilegiato, come si possono valorizzare le nuove generazioni? Renderle partecipi in chiave positiva della vita della città, dato che Padova vive anche dei suoi studenti, spesso invece associati in binomio agli spritz e quindi in chiave negativa?

"Sui giovani si procede troppo per generalizzazioni. A volte schiacciandoli sull'immagine degli 'spritz' a volte indicandoli come risorsa 'magica' su cui puntare. Anche in questo caso cerco di restare sul piano della realtà, con una proposta concreta e realizzabile da subito: il Comune può interagire in modo molto più forte con le scuole cittadine, superiori in particolare, per progetti di orientamento universitario e di lavoro postdiploma. In questo senso la tanto invocata collaborazione con l'Università, ovviamente una potenziale grande risorsa in chiave di valorizzazione dei giovani, può essere di molto migliorata e resa efficace. È giusto pretendere molto dai ragazzi, ma è un delitto abbandonarli davanti alle sfide formative e lavorative".

Quali nuovi spazi o occasioni di aggregazione per i giovani si potrebbero proporre o sondare in città, tra i quartieri?

"Esiste un grande tema nella politica cittadina futura, ovverosia quello delle aree 'incompiute': zone, edifici, luoghi al momento abbandonati o sottoutilizzati che dovranno essere riconvertiti e riconsegnati alla città. Io ho molto a cuore, ad esempio, lo spazio di corso Australia, una vera potenziale rivoluzione che dovrà essere riconvertita in grande parco ricreativo e culturale a misura di giovani innanzitutto. Molte città europee dalle dimensioni paragonabili a Padova hanno puntato sul recupero in tal senso di aree centrali, adesso tocca a noi".

Allena squadre calcistiche giovanili. Lo sport è un grande collettore sociale e maestro di vita. Non solo per i ragazzi, dovrebbe rappresentare un momento se non quotidiano, almeno settimanale, a cui tutti vi si dedicano. Per tenersi in forma anche da non più giovanissimi, per mantersi in salute. Per tenere in allenamento il corpo, per liberare la mente. Ci sono delle occasioni ancora mancate per Padova che potrebbero promuovere ancora di più lo sport?

"Padova ha una buona offerta sportiva, tanto in termini di strutture quanto di società. È un punto su cui si è investito molto negli ultimi anni, tuttavia va assolutamente rinforzata la dimensione rionale, e non solo di primo livello, di questo fenomeno. Questo significa continuare ad investire in palestre, strutture, campi 'periferici' e stringere accordi virtuosi con le società, anche piccole, per la gestione degli impianti e della loro offerta. Un'occasione da non perdere è proprio quella di creare tavoli stabili con l'associazionismo sportivo per condividere le politiche sportive. L'amministrazione deve integrare questa risorsa nel governo cittadino".

Ha un ultimo appello da lanciare, al fotofinish di questa campagna elettorale?

"In questo ultimo mese ho potuto toccare da vicino, ancora una volta, la grande disillusione che circonda la politica in generale a tutti i livelli dell'opinione pubblica cittadina. Non vorrei sembrare patetico, ma davvero la politica è una cosa importante che non possiamo lasciare in mano allo spregio di alcuni urlatori improvvisati. Il Partito Democratico, che come tutte le organizzazioni umane, è perfettibile e non infallibile, resta uno dei pochi strumenti che abbiamo ancora a disposizione per continuare a governare il cambiamento, senza richiuderci nel disfattismo e nella ricerca di scorciatoie che, è bene ricordarlo, non esistono. Andiamo a votare e continuiamo a occuparci, partendo dal lavoro e dalla passione di ciascuno di noi, della nostra comunità e della nostra città".

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