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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Elezioni

Elena Cappellini (Libero Arbitrio): "La mia non è violenza, ma coscienza"

"Lo Stato non è in grado di garantire la sicurezza dei cittadini in molte situazioni di possibile pericolo e noi abbiamo il diritto/dovere di essere preparati"

Dopo gli ultimi fatti di cronaca Elena Cappellini, consigliere comunale di Libero Arbitrio interviene a tre giorni dalle elezioni.  “Ho partecipato ad un corso di autodifesa che prevedeva l’insegnamento dell’uso di un’arma da fuoco. Ne è nato un dibattito pubblico dove ho ascoltato una montagna di sciocchezze sul fatto che la violenza andrebbe combattuta con la cultura”.

La docente di Torino

“Sul lungo periodo, forse, attraverso percorsi educativi condivisi e trasparenti. Ma vedo difficile recitare una poesia di Pascoli o della Merini mentre viene minacciato da un energumeno armato di coltello in un vicolo o dentro casa propria. E poi, con quale “cultura” si combatte la violenza ? Quella della docente che qualche giorno fa a Torino augurava di morire ai poliziotti urlando a squarciagola epiteti irripetibili. Bisogna prendere coscienza che lo Stato non è in grado di garantire – per ragioni oggettive – la sicurezza dei cittadini in molte situazioni di possibile pericolo e noi abbiamo il diritto-dovere di essere preparati. Io faccio lezioni di boxe due volte alla settimana e non mi ha mai nemmeno sfiorato il desiderio di tirare un pugno a chiccessia. Ma se un giorno dovessi scegliere tra subire o difendermi, tra far patire dolore ed angoscia ai miei familiari o lottare per tutelarne l’incolumità, non avrei alcun dubbio: un bel diretto sul naso ed una pedata dove non batte il sole”.

Il femminismo

“Sono molto delusa dalla legge elettorale e dalla qualità dei candidati proposti, ma non posso che augurarmi un’affermazione del centro-destra ed una rappresentanza femminile che ridoni dignità all’intera categoria. Parlare oggi di “femminismo” ha la stessa valenza ed attualità che parlare di “fascismo” o “antifascismo”: sono due periodi storici conclusi e definiti, e chi li utilizza nel dibattito politico è in palese malafede oppure patologicamente malato di passatismo. Intendo dire che ho la speranza che le future parlamentari siano e si comportino da vere rappresentanti delle Istituzioni, consapevoli che non è il genere femminile a cui appartengono a legittimare il loro ruolo, bensì la preparazione, l’impegno e la costanza con cui si dedicheranno alla cura della cosa pubblica e della loro comunità territoriale di riferimento. E dovranno impegnarsi due volte più dei colleghi maschi, che le hanno furbescamente assecondate in una sorta di auto-ghettizzazione che avrebbe del ridicolo, se non fosse anche disastrosa”.

La parità di genere

“Mi riferisco a tutte quelle leggi che avrebbero dovuto ristabilire la parità di genere in ambito politico: le quote “rosa” nei CdA degli enti pubblici, le “riserve indiane” nelle giunte comunali, la tutela dei “panda di sesso femminile” nell’ordine di designazione dei candidati al Parlamento. La nuova legge sul femminicidio prevede rilevanti aumenti di pena per chi uccide una donna con la quale ha - o aveva - un legame sentimentale. Quindi lo stupratore ed omicida sconosciuto che assale una donna nel parco sarà punito meno gravemente dell’ex marito che in un parossismo di gelosia assassina l’ex coniuge”.

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