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Etra verso il matrimonio con Ava (Vi), nascerà così il primo operatore veneto nei servizi ambientali

La multiutility modificherà il suo statuto e adotterà una governance più "leggera", ai sindaci il timone dei controlli

Una riorganizzazione interna per rendere più snella la governance e un processo di aggregazione che dovrebbe far nascere il primo operatore Veneto nel settore dei servizi ambientali, in grado di servire 101 comuni, per un totale di un milione di cittadini. La volontà era stata espressa dai sindaci del territorio di Etra già nel 2017 avviando così il percorso aggregativo con Ava, percorso che aveva ottenuto l’ok anche da parte dei primi cittadini dell’alto vicentino.

Nuova governance

A settembre la partita entra nel vivo, dopo la sospensione per le elezioni amministrative. Il Presidente di Etra, Andrea Levorato, ha illustrato alla stampa le potenzialità dell’operazione e le opportunità a beneficio delle amministrazioni locali e dei cittadini Etra spa si occupa di gestione idrica ambientale in 71 comuni tra Padova e Vicenza, ha un patrimonio di 191 milioni di euro e un fatturato che nell’ultimo esercizio si è attestato a 180 milioni di euro. Ava srl (Alto Vicentino Ambiente), è una società partecipata da 31 comuni dell’Alto Vicentino e dell’Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, nel bilancio del 2018 Il valore della produzione della società si è attestato a 27,5 milioni di euro

«Ava ed Etra rappresentano due realtà solide che possono insieme garantire continuità e performance migliori. L’obiettivo comune è la messa a sistema dei soli servizi ambientali e dell’impiantistica  industriale, tra cui un impianto di incenerimento rifiuti che consentirebbe di chiudere il ciclo industriale a entrambe le società” Spiega Levorato “A settembre entreremo nel vivo della discussione con incontri territoriali e un confronto con i sindaci  che hanno già in mano  l’analisi sulla futura aggregazione».
Levorato continua: «Quando si fanno sinergie come questa è chiaro che si punta a fare margini importanti, poi saranno i sindaci a decidere se i risparmi andranno investiti nella riduzione delle bollette o in investimenti sugli impianti o in maggiori investimenti anche in tema di compensazione ambientale. Siamo convinti che questa sia la strada giusta per far crescere una realtà veneta che possa far sentire la propria voce nel mercato di riferimento». 

Levorato

Levorato ha poi sottolineato l’importanza di una svolta anche sotto il profilo dello snellimento della governance “Abbiamo inviato la bozza del nuovo statuto agli amministratori locali. La proposta è quella di modificare lo statuto  che prevede di  abbandonare il sistema duale ora in vigore, ossia la coesistenza di un consiglio di sorveglianza fatto di 15 sindaci e un consiglio di gestione fatto di cinque amministratori, per adottare un consiglio di amministrazione a tre o a cinque membri e un amministratore delegato. Per Levorato «è’ un cambiamento necessario che renderà la società più forte, più agile e maggiormente concorrenziale. I sindaci avranno comunque il controllo sulla società di gestione di riferimento attraverso l’attività dei consigli di bacino idrico e ambiente  e nelle assemblee di coordinamento».

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