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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Filt Cgil Padova ammonisce BusItalia sulle assunzioni dei precari

«L'ennesima dimostrazione delle sperequazioni all'interno di Busitalia: i lavoratori non possono essere considerati degli automi da accendere o spegnere sulla base degli interessi esclusivi dell’azienda. Si tratta di persone, con una vita e dei bisogni, troppo comodo dimenticarsene»

Filt Cgil Padova: «Con le nuove norme sui contratti di apprendistato, non accessibili a chi ha più di 29 anni, ci sono 12 lavoratori interinali in Busitalia destinati a non partecipare al concorso dell'azienda e rimarranno precari per tutta la vita. Fondamentali per il servizio e durante l’emergenza, vengono ora scaricati senza tanti complimenti. I 12 autisti, assunti nei mesi e anni scorsi con contratti a termine, saranno destinati a rimanere precari a vita senza la possibilità di accedere al concorso per l'assunzione diretta da parte di Busitalia».

Under 29

«È quel che purtroppo succederà – denuncia Andrea Rizzo della Filt Cgil di Padova – in seguito alle scelte interne di Busitalia che vuole assumere esclusivamente apprendisti (per avere minor costi), con la normativa che prevede il limite di 29 anni per poter accedere ai concorsi. Negli anni scorsi ciò non succedeva e questo ha permesso a diversi lavoratori, non più giovani, di partecipare al concorso e venire assunti stabilmente. Invece, in questo modo, per dodici di loro che hanno iniziato a svolgere il servizio per Busitalia attraverso le agenzie interinali, non ci sarà la possibilità, al contrario dei loro colleghi più giovani, di accedere al concorso per l'assunzione diretta. Si tratta di lavoratori – fa presente il sindacalista padovano – assunti anche durante la fase più acuta dell'emergenza, fondamentali per riuscire a garantire il servizio e che adesso, per una pura questione anagrafica, si vedono preclusa la possibilità di continuare a lavorare, magari all'interno di un quadro normativo che dia loro più tutele e garanzie. Persone che hanno maturato una preparazione e una competenza che difficilmente si troverebbe in un neopatentato e che Busitalia ha deciso di perdere solo per un mero risparmio economico. E' una vergogna».

Precarietà

«Consideriamo questa situazione – conclude Andrea Rizzo – l’ennesima dimostrazione delle sperequazioni all'interno di Busitalia, cronicamente presenti e semmai peggiorate a causa della pandemia. I lavoratori non possono essere considerati degli automi da accendere o spegnere sulla base degli interessi esclusivi dell’azienda. Si tratta di persone, con una vita e dei bisogni, troppo comodo dimenticarsene. Come Filt Cgil noi non lo faremo e combatteremo in ogni sede per liberarli dalla condizione di precarietà a cui qualcuno li vuole vedere consegnati a vita».

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