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35 pagine di memoria, Galan davanti al gip respinge le accuse

Venerdì, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, l'ex governatore del Veneto ha smentito punto per punto le accuse formulate nei suoi confronti dall'ex segretaria, Giovanni Mazzacurati e Piergiorgio Baita

Sono passati tre giorni dall'arresto di Giancarlo Galan, deputato di Forza Italia, ex ministro ed ex governatore del Veneto, avvenuto lo scorso martedì 22 luglio, dopo che la Camera si è espressa a favore della richiesta presentata dalla Procura di Venezia, bocciando la domanda di rinvio del voto a dopo il 20 agosto, giorno in cui le condizioni di salute di Galan si sarebbero ristabilite, consentendogli di presenziare alle consultazioni in aula. Quello stesso martedì, il colpo di scena: le dimissioni dall'ospedale di Este, dove pareva dovesse rimanere ricoverato per almeno altri 45 giorni, e il trasferimento al carcere di Opera alle porte di Milano. Un fatto che ha scatenato perplessità e polemiche e che ha portato la Guardia di Finanza al sequestro della cartella clinica del paziente per fare chiarezza sulla vicenda.

DAVANTI AL GIP. Venerdì 25 luglio, Galan si è presentato con 35 pagine di memoria difensiva davanti al gip di Milano Cristina di Censo, con cui, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, ha tentato di smontare punto per punto le chiamate in correità dell'ex segretaria, Claudia Minutillo, dell'ex presidente del consorzio di Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati, e dell'imprenditore Piergiorgio Baita.

L'EX SEGRETARIA. Nelle carte presentate, Galan avrebbe fatto cenno ai contrasti con l'ex segretaria, riportando alcuni episodi che mostrerebbero la "gestione esclusiva" che la donna avrebbe fatto della segreteria "attraverso contatti di cui il presidente non era informato", come sottolinea il legale dell'ex governatore del Veneto, Antonio Franchini. Con la sua memoria difensiva l'esponente di Fi avrebbe dunque provato a dimostrare al gip la sua totale estraneità a qualsiasi vicenda di corruzione in cui fosse implicata l'ex dipendente.

LA CRONISTORIA: GALAN MASSONE, DOPO ARRESTO: "Entro in sonno" - GALAN IN CARCERE: Sequestrate cartelle cliniche - L'ARRESTO: Dimesso dall'ospedale, Galan va in carcere - ULTERIORE RINVIO: La Camera boccia l'ennesima richiesta - LETTERA A BOLDRINI: "Ci devo essere, rinviate voto" - VOTO SLITTA ANCORA: Rinvio al 22 luglio - GALAN IN OSPEDALE: Legali chiedono domiciliari - GALAN RICOVERATO: Difesa ottiene rinvio del voto - LA GIUNTA: "Nessuna persecuzione" - LO SFOGO: "Non mi occuperò più di politica" - LA MEMORIA DIFENSIVA: "La mia verità sulla villa di Cinto" - IL SEQUESTRO: Sigilli a ville e barche - CASO MOSE: Richiesta d'arresto per Galan

LA VILLA DI CINTO. Per quanto concerne il pagamento dei lavori per la sua villa a Cinto Euganeo, Galan ha ribadito: "Non esiste che Baita abbia pagato". Nelle pagine presentate durante l'interrogatorio di garanzia, l'ex governatore del Veneto avrebbe infatti presentato una serie di movimentazioni bancarie che ricondurrebbero quelle spese a conti correnti a lui intestati.

MAZZACURATI. Galan avrebbe inoltre chiarito di non avere mai ricevuto denaro né da Mazzacurati né da Baita, ribadendo la genericità delle accuse formulate nei suoi confronti, e ricordando che nessuno dei due ha mai detto apertamente di avergli consegnato dei soldi.  "Non si comprende a questo punto - ha dichiarato Franchini - chi gli abbia mai consegnato dei soldi. Risulta poi dalle carte processuali - ha spiegato il legale - che Mazzacurati si appropriava dei soldi. È comodo quindi dire 'li ho consegnati' a questo o a quello per poi coprire le proprie responsabilita'".

RICHIESTA SCARCERAZIONE. Il prossimo 1 agosto, il tribunale del riesame affronterà la questione della richiesta di scarcerazione: "Lì - spiega Franchini - discuteremo sui gravi indizi di colpevolezza e sulle esigenze cautelari".

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