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Politica Cinto Euganeo

Tolta a Galan la presidenza della commissione Cultura alla Camera

Il cambio della guardia in seguito all'abituale rimpasto di metà legislatura. A sostituirlo Nardelli del Pd. L'ex ministro e governatore del Veneto, ai domiciliari per il caso Mose, rimane però ancora parlamentare

In seguito al rinnovo di metà legislatura degli uffici di presidenza delle commissioni di Montecitorio, da martedì, Giancarlo Galan non è più il presidente della commissione Cultura alla Camera. A sostituirlo è stata eletta Flavia Piccoli Nardelli, del Partito Democratico. L'ex ministro e governatore del Veneto rimane però ancora parlamentare.

GALAN. "Tornare alla politica? "Mai, mai, mai per nessun motivo". Così l'ex governatore del Veneto, intervistato dal Corriere della Sera, si è congedato dalla guida della commissione Cultura. Accusato di corruzione nell'inchiesta sul Mose per la quale ha patteggiato una pena a due anni e dieci mesi (che sta scontando ai domiciliari) e ha trascorso un periodo in carcere, ha detto di "aver avuto tanto dalla politica, ho fatto cose per il mio Veneto che so che resteranno. Ma quando chi ti è stato vicino per anni non prova, nemmeno per anticonformismo, a sollevare un dubbio, capisci quanto brutta e meschina possa essere la politica". Il riferimento ai colleghi di Forza Italia è tutt'altro che implicito: "Omissis vale come risposta? - dice l'ex ministro che aggiunge - La politica è fatta di meschinità e grandezza. lo chiederò la revisione del mio processo, ma chiedo ai miei colleghi perché non si sono stupiti che in una vicenda grande come questa del Mose nessun esponente di peso della sinistra, nessun ministro, ma solo io e Matteoli siamo stati coinvolti". "Dal Parlamento - conclude Galan sulle pagine del Corriere della Sera - mi sarei aspettato di essere tutelato. Avrei voluto che almeno mi ascoltassero, avrei potuto poter parlare loro e spiegare le mie ragioni prima che votassero per il mio arresto".

M5S. "Ora non gli resta che dimettersi anche da parlamentare e la prima parte del percorso di ripristino della legalità sarà compiuta". A dirlo è il capogruppo del Movimento 5 Stelle nel consiglio regionale veneto, Jacopo Berti, che continua: “Ci sono voluti mesi, anni, per vedere Galan fuori dalla presidenza della Commissione cultura. Ora vogliamo le sue dimissioni anche da parlamentare, ma non ci contiamo un granché”. Il Movimento ha più volte chiesto le dimissioni dell'ex presidente della Regione. Ma neppure una manifestazione di protesta davanti a villa Rodella di Cinto Euganeo, dove Galan sta scontando i domiciliari ai piedi dei colli, è servita. "Sia chiaro, da Galan non è arrivato alcun gesto di dignità, come d'altronde ci aspettavamo – ribadisce Berti - per estrometterlo ci è voluto il solito rimpasto delle commissioni al secondo anno di Governo. Rimpasto che ha anche un lato negativo, visto che al M5S sono state vergognosamente tolte tutte le vicepresidenze. Comunque sia – conclude il capogruppo – mi sa che stavolta per Galan si mette male. Forse gli tocca iniziare a cercarsi un lavoro".

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