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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

La consigliera Cappellini sposa la tesi della Meloni per le europee: «Più Italia in Europa»

Col voto per le europee sempre più vicino, si dibatte su cosa deve essere l'Europa oggi

Col voto per le europee sempre più vicino, si dibatte su cosa deve essere l'Europa oggi. Ha voluto dire la sua, sull'argomento, la consigliera Elena Cappellini: «Ci si avvicina alle elezioni europee e francamente sono sempre più preoccupata per la nostra nazione, per il potere economico che aveva e che ormai da diversi anni non ha più. È noto ormai che questa circostanza è la diretta conseguenza della globalizzazione: le nazioni perdono in parte il potere economico che avevano. La globalizzazione si connota come il risultato di movimenti opposti e contrari, all’omologazione alla diversificazione, all’universalismo e al particolarismo. Essa si nutre della debolezza degli stati nazionali e l’Italia negli ultimi tempi si sta mostrando debolissima! È in grave pericolo (se non già sconfitta) la nostra sovranità ed è per questo motivo che sono d’accordo con Giorgia Meloni quando esclama “più Italia in Europa” e non “più Europa” e basta. Io sono a favore del capitalismo in termini di produzione e benessere in un libero mercato che crei economia positiva, ma sono contraria all’economicismo!»

Europa

«L’attività politica - continua la consigliera - che è o dovrebbe essere il motore di ricerca della vita sociale è un disastro: non è in grado di controllare l’accelerazione dell’evoluzione dell’economia ed è per questo motivo che avvenuto un cambiamento di potere tra economia e politica. Quest’ultime si sono scambiate. Oggi il valore più importante è l’economia, non più la politica come benessere sociale. L’Italia è incastrata tra la forza dell’economia globale ed esigenze politiche di devoluzione di potere. Ciò comporterá inevitabilmente la crisi del l’istituzione politica per eccellenza: lo stato nazione. La globalizzazione erode da dentro mettendo in discussione sovranità ed autonomia e vi sono sempre più attori privati sganciati da logiche di territorio, appartenenza e cittadinanza. I politici attuali  sono “zombie” che mettono in scena la rappresentazione della politica ma senza contribuire alla realizzazione di un bene pubblico sostanziale e capace di accrescere il benessere comune. O l’Italia è e o sarà in grado di fronteggiare i cambiamenti prodotti dalla globalizzazione che ha aumentato le disuguaglianze e la povertà con politiche votate sempre di più alla punizione, o i cittadini avranno sempre più sfiducia e si all’allontaneranno dalle istituzione e dalla politica con la dannosa conseguenza che nessuno andrà più a votare!»

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