
La protesta degli esercenti dello spettacolo viaggiante: "Vogliono ridurre il Luna Park"
Con questa preoccupazione una delegazione ha chiesto di incontrare a palazzo Moroni l'assessore al commercio Bressa che li ha ricevuti. "E non chiamateci più giostrai"
Una quarantina di esercenti dello spettacolo viaggiante, quelli che volgarmente vengono definiti "giostrai", hanno manifestato di fronte Palazzo Moroni. La riduzione dello spazio per loro, in Prato della Valle, mette a rischio molte famiglie che non potranno così lavorare.
Le richieste all'amministrazione
"Vogliono ridurre ancora di più il Luna Park. A Bressa, che ci ha ricevuto, abbiamo richiesto di convincere gli ambulanti a spostarsi, avere più spazio e la disponibilità di poter smontare e montare le attrazioni più leggere per consentire comunque agli ambulanti quando il sabato arrivano al supermercato", ha spiegato il rappresentato sindacale della Cisl che li sta stostenendo. Alcuni esercenti poi, con tanto di libro fotografico della città di Padova, hanno mostrato che la presenza del Luna Park, ha tradizione secolare. In particolare, mostrano una immagine scattata da un dirigibile, che ne testimonia la presenza nel 1920. "Siamo tante famiglie - dicono alcuni - e molte rischiano di essere escluse, che vuol dire non lavorare, non poter produrre reddito". Prima di salutarci, una voce all'unisono: "Smettetela di chiamarci giostrai, noi siamo lavoratori che pagano le tasse, come tutti gli altri. E meritiamo rispetto".
Le parole di Bressa dopo l'incontro
Dopo l'incontro tra le parti abbiamo chiesto all'assessore Bressa com'è la situazione: "Abbiamo messo le attrazione nel lodo Santa Giustina, ma non ci stanno tutte come prima in piazza Rabin. La soprintendenza ha poi messo dei vincoli sulle attrazioni di dimensioni più grandi, quindi lo spazio di manovra anche per noi è ridottissimo. Gli ambulanti del commercio poi non hanno intenzione di spostarsi perché quando è stato fatto, lo dicono i dati, hanno lavorato molto meno. Non una situazione di semplice risoluzione, insomma. Noi facciamo del nostro meglio ma di fronte a certi vincoli anche noi abbiamo le mani legate".