rotate-mobile
Politica

I lavoratori di Busitalia protestano: «Vogliamo i bagni chimici almeno nei depositi extra urbani»

Uno degli aspetti di questa pandemia sottostimato è che con la zona arancione e la conseguente chiusura degli esercizi pubblici, bar in primis, viene meno anche la possibilità di approfittare dei servizi igienici al loro interno

Filt Cgil: «A più di 6 mesi dalla prima richiesta, oggi le RLS (Rappresentanze dei Lavoratori per la Sicurezza) hanno di nuovo chiesto l'installazione di bagni chimici in 8 depositi extraurbani nella provincia. Busitalia agisca al più presto e dimostri maggiore attenzione verso le necessità dei lavoratori» Uno degli aspetti di questa pandemia che ancora non era stato considerato è che con la zona arancione e la conseguente chiusura degli esercizi pubblici, bar in primis, viene meno anche la possibilità di approfittare dei servizi igienici al loro interno. Un problema per quei lavoratori che si trovano ad operare in ambienti di lavoro che si trovano sprovvisti di bagni, come capita ai lavoratori di Busitalia che lavorano nei depositi extraurbani nel territorio provinciale.

Richiesta

È quanto emerge dalla richiesta ufficiale che oggi i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) hanno inviato a Busitalia, rinnovando quanto avevano già chiesto più di sei mesi fa, vale a dire il 1° luglio del 2020 e a cui non è stata data ancora risposta, ossia l’installazione di bagni chimici in 8 depositi extraurbani dell’Azienda. Si tratta dei depositi di Civè, Carmignano, Pozzonovo, Trebaseleghe, Piove di Sacco, Borgoricco, Piazzola sul Brenta e Cittadella. «È proprio il caso di dire – interviene Andrea Rizzo, Segretario Provinciale Filt Cgil di Padova – che in questa occasione Busitalia sta dimostrando letteralmente scarsa attenzione ai bisogni dei lavoratori, a partire da quelli primari come quelli fisiologici. Ecco perché come Segreteria della Filt abbiamo deciso di dare totale e ampio appoggio a questa richiesta e di renderla nota anche all’esterno».

Condizioni

«Riteniamo che i lavoratori debbano essere messi nelle condizioni più consone per svolgere il proprio servizio. Permettere loro di compiere i propri bisogni fisiologici rientra tra queste condizioni per cui crediamo che la loro richiesta di vedersi assegnare dei bagni chimici, a maggior ragione data l'impossibilità di trovare dei pubblici esercizi con bagno aperti per le note conseguenze della pandemia, sia sacrosanta. Non è solo una questione di sicurezza – conclude Andrea Rizzo – e cura della salute dei lavoratori ma è una vera e propria questione di dignità a cui Busitalia farebbe bene a dare immediatamente riscontro e risoluzione. E dovrebbe farlo in virtù del proprio buon nome. Siamo fortemente convinti che il rispetto che un’azienda dimostra per le condizioni dei propri lavoratori sia il primo tangibile segnale di attenzione nei confronti dei propri utenti». 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I lavoratori di Busitalia protestano: «Vogliamo i bagni chimici almeno nei depositi extra urbani»

PadovaOggi è in caricamento