La Lega Nord espelle Bozza, il consigliere regionale "dissidente"
L'esponente padovano è stato estromesso dal partito. Aveva contestato Tosi e presentato l'esposto alla Finanza alla base dell'inchiesta sui rimborsi. La decisione ieri nel Consiglio nazionale tenutosi a Padova
Fuori dalla Lega il "decano" - ora dissidente - Santino Bozza, consigliere regionale, artigiano 64enne di Monselice iscritto al Carroccio dal 1992.
L'ESPULSIONE. La decisione è stata presa ieri sera dal Consiglio "nazionale" del partito riunitosi a Padova dopo che il consigliere regionale nelle ultime settimane aveva contestato platealmente la linea del segretario Flavio Tosi, arrivando ad invitare i militanti a votare per il Pd, nonchè reo di aver presentato l'esposto alla Guardia di Finanza che ha fatto partire l'inchiesta sui rimborsi dei consiglieri del Carroccio. L'espulsione di Bozza, ha chiarito al termine proprio il segretario Tosi, è stata richiesta dal consiglio, ma poi, trattandosi di un consigliere regionale, dovrà essere formalizzata dal consiglio federale del Carroccio. Sul provvedimento disciplinare vi sono state tre astensioni, mentre tutti gli altri componenti dell'organismo si sono espressi a favore.
IL COMMENTO DELL'ESCLUSO. "Facciano quello che vogliono, non ci fanno paura, la Lega 1.0 ritornerà", aveva commentato Bozza ancor prima che il consiglio del partito si esprimesse sulla sua espulsione. "Tosi ha fatto tanti 'morti' - aveva proseguito - ora con i provvedimenti disciplinari che potrebbero riguardare non solo me, ma altri esponenti, farà degli zombi. Ma gli zombi poi rinascono".
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IL FLOP ELETTORALE. Il Consiglio è stato anche l'occasione per analizzare il flop elettorale del partito (dal 35% delle regionali 2010 all'11% delle politiche 2013). L'ala bossiana del movimento - uscita sconfitta nel congresso di giugno con il 43% dei voti contro il 57% conquistato da Tosi - non ha risparmiato dure critiche al leader veronese della Lega. Tosi, secondo indiscrezioni, si sarebbe difeso sottolineando che lo stesso segretario federale, Maroni, ha controfirmato le scelte dei candidati in Veneto. Ma qui l'accordo con il Pdl in funzione della Lombardia ha fatto sentire pesanti effetti.
