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Il doveroso omaggio per una "Madre della Repubblica": busto bronzeo di Lina Merlin al Senato

Accolta la proposta di porre al Senato della Repubblica a Roma un busto bronzeo raffigurante la senatrice padovana Lina Merlin: sarà il primo busto di una donna in tutto il Parlamento

Per ricordarne doverosamente la grande figura politica: è stata accolta la proposta di porre al Senato della Repubblica a Roma un busto bronzeo raffigurante la senatrice padovana Lina Merlin. E sarà il primo busto di una donna in tutto il Parlamento.

La proposta

Una decisione che arriva dopo la targa marmorea apposta sulla facciata della casa in cui visse in piazza dei Signori e l'intitolazione di un parco in via Aganoor (entrambe nel 2005) nonché la posa nel 2006 di un busto bronzeo nei Giardini dell'Arena di Padova a fianco della Cappella degli Scrovegni, su proposta di Milva Boselli. Molto più complesso, invece, l'iter per questo "omaggio": Tutto ha inizio nel 2012, quando l'allora consiglio comunale di Padova approva una mozione a firma Paola Lincetto per proporre al Senato di collocare un busto bronzeo di Lina Merlin a Palazzo Madama. Un anno più tardi Ivo Rossi, sindaco dell'epoca, scrive al presidente del Senato Pietro Grasso inviando la mozione e sollecitandone la realizzazione, ma nel 2014 con il cambio dell'amministrazione comunale padovana il percorso per ricordare la figura di Lina Merlin in Senato subisce una battuta d'arresto. A sbloccare la situazione nel maggio 2019 è Sergio Giordani, il quale scrive a Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, per riproporre l'idea del busto. Che va a buon segno, come facilmente intuibile dalla replica (affidata a una lettera inviata lo scorso dicembre) della presidente Casellati: «Il Senato della Repubblica è lieto di ricevere il busto di Lina Merlin, che ha illustrato la storia della nostra Repubblica con il suo impegno per la tutela dei diritti delle donne».

Il busto

A realizzarlo sarà l'artista Ettore Greco, che nel corso della conferenza stampa convocata per dare la lieta notizia ha spiegato con grande simpatia: «Assomiglia un po’ a mia zia Bruna, quindi ho già un modello. Scherzi a parte, prima realizzerò un busto in argilla per poi fare uno stampo in gesso che alla fine vorrei regalare al Comune e quindi passare al rivestimento in bronzo. Voglio rendere visibile l’invisibile, perché Lina Merlin era anche una donna molto ironica. E voglio riuscire a "tatuare" quella sorta di suo marchio di fabbrica che era il "senza distinzione di sesso"».

Lina Merlin

Perché molti la ricorderanno soprattutto per la legge sulle case chiuse, voluta dall'Onu e per la quale ha lottato per dieci anni, ma Lina Merlin (nata a Pozzonovo nell'ottobre del 1887 e morta a Padova il 16 agosto 1979) è «La più grande donna politica della Seconda Repubblica», come sottolineato da Anna Maria Zanetti, portavoce del Comitato Nazionale Lina Merlin. Il motivo? È stata la prima donna eletta in Senato, e quel "senza distinzione di sesso" si riferisce alle parole utilizzate per la stesura dell'articolo 3 della Costituzione, a cui ha contribuito. Annalisa Oboe, prorettrice alle relazioni culturali sociali e di genere dell’Università di Padova, sottolinea con orgoglio: «Lina Merlin si è laureata in lingue e letteratura francese presso il nostro Ateneo, e molti dei diritti che noi consideriamo come acquisiti sono in realtà frutto del suo grande impegno. È una madre della Repubblica, e sono molto molto felice che la proposta relativa al busto sia andata in porto». Chiusura al senatore Antonio De Poli, a cui basta una frase per riassumere alla perfezione questo successo: «Quando si fa squadra Padova vince. E vince Lina Merlin».

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