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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Lonardi: «A Milano con Pnrr grandi idee e progetti, qui solo piani anacronistici e superati»

Il consigliere leghista attacca l'amministrazione Giordani sui fondi europei, che secondo lui sarebbero stati programmati su idee vecchie. E cita Beppe Sala e la biblioteca europea

«Per capire cosa avrebbe potuto essere il Pnrr, se a Padova vi fosse un'amministrazione capace di pensare in grande, basta dare un'occhiata non troppo lontano da casa. A Milano è stato appena presentato il progetto per la nuova Biblioteca Europea. Lo stato dell'arte della tecnologia e della sostenibilità in un edificio di rara bellezza, frutto di una gara di idee tra i più quotati studi d'architettura a livello internazionale, dotato di servizi innovativi e immerso nel verde. Un progetto pensato per rilanciare un'ampia zona di città sotto l'aspetto culturale, economico, urbanistico, sociale e ambientale, con una visione organica proiettata ai prossimi decenni». Il consigliere comunale della Lega Ubaldo Lonardi attacca l'amministrazione Giordani sui fondi del Pnrr: «Così una grande città ha saputo approfittare dell'occasione irripetibile offerta dall'Unione Europea».

Padova

«Nulla di simile accadrà putroppo a Padova, dove nessuna nuova idea è stata prodotta dall'amministrazione Giordani per impiegare i finanziamenti del Pnrr: ci si è limitati a riproporre un pugno di progetti anagraficamente vecchi e concettualmente superati, nella speranza di raggranellare un po' di risorse per procedere, a passo di lumaca, verso un'ordinaria gestione dell'oggi - prosegue Lonardi - .Forse completeremo, con grave ritardo, la curva di uno degli stadi più brutti d'Italia: un progetto pensato male e realizzato peggio, che renderà di fatto impossibile qualunque futuro intervento di miglioramento a una struttura sportiva semplicemente indegna della storia della città. Allungheremo di qualche chilometro un sistema di trasporto pubblico concepito nel secolo scorso, fuori produzione da un decennio, al prezzo di pesanti ricadute sulla viabilità ordinaria ed escludendo per sempre Padova dalla rivoluzione tecnologica in atto, mentre l'Europa e il mondo corrono verso l'idrogeno e l'elettrico senza rotaia. All'Arcella rispolveriamo il novecentesco concetto di "Centro Civico" dalla funzione non meglio definita, con una progettualità vaga, indifferente ai bisogni e alle richieste dei cittadini di un quartiere tanto popolato quanto penalizzato. Poco distante, all'ex Configliachi, sperpereremo ulteriori risorse in strutture inutili, realizzando l'ennesima "scuola di alta cucina" per un mercato già saturo e una cosiddetta "mediateca" che, ignara dei modi di fruizione di qualsiasi contenuto multimediale nell'ultimo ventennio, andrà incontro al triste destino di restare perennemente deserta. Questa è la visione della città disegnata dagli amministratori in carica per i prossimi 5 anni. Una Padova lontana anni luce dalla spinta propulsiva che la rese per secoli un modello per l'intera Europa: una nuova patavina mediocritas ha ormai occupato il posto della libertas creativa tradizionalmente associata al nome del nostro comune».

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