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Lorenzoni: «Con Giordani e in giunta serve un chiarimento. Certe cose non devono più succedere»

Il vice sindaco in merito allo sgombero di Clac: «Prima di prendere certe decisioni, servirebbe maggiore scambio di informazioni tra le due anime che, ormai da più di due anni e mezzo, governano insieme la città»

Ci riceve nel suo ufficio, il vice sindaco di Padova, Arturo Lorenzoni. Così gli chiediamo che aria tira nella maggioranza dopo la piccola crisi causata dallo sgombero di Clac, sede di diverse associazioni all'ex Foro Boario.

Clac

Non è che dopo la vicenda dello sgombero di Clac, nasce una crisi politica? «Parlare - spiega Lorenzoni -  di crisi mi sembra esagerato. Però è ovvio che, prima di prendere certe decisioni, servirebbe maggiore scambio di informazioni tra le due anime che, ormai da più di due anni e mezzo, governano la città insieme». Mentre lo dice ricorda che le due “anime”, così le definisce, «hanno esattamente lo stesso peso nell'aula di Palazzo Moroni. Insomma, c'è un problema di metodo, che va risolto una volta per tutte, visto che è già accaduto qualcosa di simile. E  necessario un rapido chiarimento, per far sì che casi come quello di mercoledì non si ripetano». E aggiunge. «Chi ha scelto di procedere in quel modo, ha commesso un errore. E mi riferisco sia al questore Paolo Fassari che al sindaco Sergio Giordani».

Maggioranza

«A differenza di altri membri della giunta e della maggioranza, nessun esponente di Coalizione Civica e della lista che porta il mio nome è stato preventivamente informato di quello che si era deciso di fare, ossia sgomberare lo spazioe. E' vero che ho letto che il questore aveva invocato massima riservatezza. Ma tale riservatezza, tra due forze che amministrano assieme, non deve esistere».

Sindaco

Si è già confrontato con il sindaco Sergio Giordani? «Ci siamo parlati ma solo al telefono visto che è a Roma impegnato con l'Anci (l'Associazione nazionale dei comuni italiani, ndr). Quando tornerà a Padova sarà necessario un chiarimento». Però l’ha lasciata da sola a dover spiegare alle associazioni che sono venute a chiedere chiarimenti su quanto accaduto: «No. Io sono abituato a metterci sempre la faccia e ad assumermi le responsabilità, anche quando non sono propriamente mie. E quindi ho ritenuto giusto dire loro che non ero d'accordo con lo sgombero, promettendo che farò tutto il possibile per trovare una nuova sede alla Clac».

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