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Lorenzoni: «Adesso basta con Zaia. Serve grande mobilitazione pubblica a difesa della sanità»

Il portavoce dell'opposizione ed ex sindaco di Padova: «Da anni la narrazione zaiana continua a ripetere che in Veneto va tutto bene e che rappresentiamo un modello di sanità d’eccellenza. I numeri e la nostra quotidianità, invece, ci dicono che non è affatto così».

Oltre 700mila veneti senza medico di base (e, di conseguenza, i pronto soccorso di tutti gli ospedali della Regione intasati dai codici bianchi), visite impossibili da prenotare poiché mancano le disponibilità nelle agende delle Ulss e delle Aziende Ospedaliere, cui segue una forzata corsa alla sanità privata con costi che diventano insostenibili per le categorie più fragili. In particolare per i pensionati veneti, la metà dei quali “beneficia” (beneficia?) di un assegno di meno di 750 euro al mese. «È giunto il momento di dare voce a chi non ha voce – sottolinea il Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale ed ex sindaco di Padova, Arturo Lorenzoni – .Nello specifico, sollecito una grande manifestazione in Veneto a sostegno di una vera sanità pubblica, che sia davvero per tutti, come sancito dalla Costituzione”. “Sindacati, associazioni, famiglie, scendiamo in piazza assieme per far comprendere all’amministrazione regionale che la misura è colma».

Zaia

«Da anni la narrazione zaiana continua a ripetere che in Veneto va tutto bene e che rappresentiamo un modello di sanità d’eccellenza - prosegue Lorenzoni - .I numeri e la nostra quotidianità, invece, ci dicono che non è affatto così. Abbiamo la responsabilità di far emergere che il servizio sanitario è sempre meno accessibile, a motivo delle non scelte della Giunta Zaia. A pagarne le conseguenze, inevitabilmente, i cittadini, soprattutto le categorie più deboli. .Sento la responsabilità di farmi carico della sofferenza di chi non ha il medico di base e di chi è costretto a pagare per accedere al servizio sanitario. Portare il limite da 1.500 a 1.800 pazienti per ogni medico di famiglia non è di certo la soluzione. Anzi, non fa che peggiorare la situazione».

Età pensionabile

«Così come l’innalzamento dell’età pensionabile dei professionisti, dai 70 ai 72 anni, come proposto dal presidente Zaia. Palliativi che non affrontano i limiti organizzativi del comparto sanitario veneto - insisite Lorenzoni - .Che non si declina soltanto nei poli per gli acuti, ma è soprattutto sanità del territorio, dove il servizio sta svanendo. È il caso, ad esempio, delle visite specialistiche: ci sono cittadini costretti ad attendere oltre un anno; un lasso di tempo lunghissimo, durante il quale il quadro clinico del paziente può peggiorare. A quel punto è chiaro che l’interessato è obbligato a rivolgersi al privato. Dobbiamo far emergere e affrontare tutti questi nodi – conclude il Portavoce – e solo una manifestazione corale dei tanti gruppi che si stanno organizzando nel territorio può far comprendere qual è l’interesse dei veneti. I quali non credono più alla narrazione degli indicatori scelti ad hoc».

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