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I No Tram scrivono a Draghi e Lonardi mette nel mirino direttamente Aps

Il comitato da sempre contrario ai binari ha inviato un pec e una raccolta firme al premier, mentre il consigliere della lista Bitonci accusa la società di aver portato avanti una gara a fini elettorali

Il comitato contrario al tram scrive al premier Draghi. Oggi 29 aprile ha inviato una Pec al presidente del consiglio Mario Draghi e al ministro dell'Economia Daniele Franco, allegando la raccolta di centinaia di firme e documentazione per esprimere le loro fortissime preoccupazioni sul progetto del Sir2 in corso Milano. «Un mezzo di trasporto pubblico come l’attuale tram mono rotaia, ampiamento dimostrato da molti essere un mezzo tecnologicamente antiquato e da noi ritenuto meno affidabile delle moderne possibilità trasportistico-tecnologiche - spiegano dal comitato No Rotaie - determinerà forti criticità sulla viabilità ordinaria, sulla qualità della vita dei residenti, sulla vita di coloro che vi lavorano e che provengono da fuori Padova per esercitare attività commerciali, artigianali e professionali. Al presidente Draghi e al ministro Franco abbiamo spiegato come Il preventivo di spesa di 335 milioni sia per noi inconcepibile per un mezzo fuori produzione e la cui fabbrica produttrice è fallita: ben 20 milioni di euro per ogni chilometro di mono rotaia che avrà una vita incerta e di difficile manutenzione a causa della scarsità di mezzi di ricambio».

La seconda linea

Intanto oggi Aps Holding ha firmato il contratto con il raggruppamento che ha vinto il bando di gara per la realizzazione della seconda linea, che collegherà a stazione a Voltabarozzo. Scelta non condivisa dal centrodestra, come dimostrano ancora una volta le parole del consigliere della lista Bitonci, Ubaldo Lonardi: «Toni trionfanti per la firma del contratto del tram da Padova a Voltabarozzo - evidenzia Lonardi - ma che lo faccia un sindaco in campagna elettorale e poco avvezzo alle pratiche amministrative non meraviglia. Se poi a farlo è una società, che dovrebbe badare più al rispetto della legge che alle scadenze elettorali, lascia attoniti. Infatti, benché non risultino ancora chiariti i problemi di sei imprese tra quelle vincitrici, in relazione al rispetto della legge antimafia, certamente in merito ad una grave problematica di una di queste imprese non vi è stata alcuna sentenza “assolutoria” del Tar del Lazio. C'è solo una sospensiva, ma il Tar si esprimerà con sentenza definitiva il 28 giugno. Capisco che è dopo la data del ballottaggio, ma fino a quel giorno qualsiasi firma è almeno azzardata, a meno che qualcuno non conosca già la pronuncia del Tar stesso. Intanto sono contenti gli amministratori di Latina e gli acquirenti dei rimasugli del magazzino Translor per aver piazzato i costosissimi ferrivecchi fermi nei loro piazzali. Padova è capitale del riciclo, davvero, in tutti i sensi».

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