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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

"Non Una di Meno": «La 194 non si tocca». Iniziative per 8 e 9 marzo

Prevista anche la presenza di alcune rappresentanti anche durante il consiglio comunale che si svolgerà proprio nella serata di lunedì 25 febbraio: si protesta contro il DDL Pillon

Conferenza stampa, di fronte Palazzo Moroni, alle 12 e 30 di lunedì 25 febbraio. Alcune rappresentanti delle tante realtà che animano "Non una di meno", hanno dato appuntamento alla stampa per far conoscere alla cittadinanza le iniziative che saranno messe in campo in quei giorni e dell'assemblea pubblica del prossimo mercoledì 27 febbraio, alle 19.00 in aula studio Vetrina. Prevista anche la presenza di alcune rappresentanti anche durante il consiglio comunale che si svolgerà proprio nella serata di lunedì 25 febbraio: si protesta contro il DDL Pillon. 

Il comunicato

«L’8 marzo sarà sciopero globale delle donne. Con la forza che ci viene dalle reti di alleanze e solidarietà con le nostre sorelle in tutto il mondo, anche a Padova sospenderemo ogni attività produttiva e riproduttiva, scenderemo nelle strade per lottare per la nostra autodeterminazione. Sappiamo che il 9 marzo, giorno successivo allo sciopero, le autorità di questa città hanno concesso la piazza al Comitato No194 che intende sfilare in corteo facendo il percorso inverso al Pride del giugno scorso, chiedendo l’abrogazione della legge 194 che garantisce il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) entro i primi 90 giorni. Sono già moltissimi gli ostacoli che una donna deve affrontare per accedere all’IVG: dal trovare un medico che rilasci la certificazione necessaria, a trovare posto negli ospedali che la praticano. A causa dell’obiezione di coscienza, prevista dall’articolo 9 della legge stessa, il reale accesso al diritto di abortire è spesso reso impraticabile. In Italia del nord il 64,5% dei medici sono obiettori, in Veneto lo è il 73,7%, in altre regioni si arriva al 90% (dati del 2017, presentati nella relazione ministeriale sulla 194 del 2018). A questo problema si aggiunge la scarsità di Consultori Familiari, luoghi pensati come presidio e luogo di confronto per la salute sessuale e riproduttiva delle donne: in Veneto, anziché 1 consultorio/ogni 20.000 abitanti (come le normative regionali sui Consultori prevedono), ce ne sono solo lo 0,4%. L’impossibilità di fatto di accedere all’aborto nei tempi previsti dalla legge fa sì che gli aborti clandestini siano in aumento, soprattutto per le donne straniere senza permesso di soggiorno. Da che mondo è mondo, le donne hanno sempre trovato un modo di abortire e continueranno a farlo. Come le compagne argentine hanno gridato davanti al parlamento lo scorso giugno, la scelta non è tra aborto o non aborto: la scelta è tra aborto clandestino, per il quale si rischia la vita, o aborto sicuro e legale. Questi stessi signori che vorrebbero attraversare Padova il giorno dopo lo sciopero globale delle donne sostengono che la 194 sia utilizzata come sistema contraccettivo, ma i dati al contrario ci dicono che il 77% delle donne che fanno una IVG non ne ha mai fatte in precedenza, il 17% ne ha già fatta una, il 4% ne ha fatte due. Questi dati dimostrano che la grande maggioranza delle donne ricorre all’IVG solo una volta nella vita, e rende insostenibile la tesi per cui l’IVG venga utilizzata come metodo di controllo delle nascite, al posto dei contraccettivi.
Inoltre, come da anni i dati ci confermano, dal momento dell’approvazione della legge 194 il numero di aborti è calato di anno in anno. Chi si schiera contro la 194 si schiera a favore dell'aborto clandestino, che continuerà a mettere in pericolo la vita di tante donne. Vogliamo ricordare ai cittadini e alle cittadine padovani/e, e soprattutto al Comune di Padova, chi è il Comitato No194. Sulla pagina facebook il presidente Pietro Guerini ribadisce le longeve affinità politiche e il sostegno dato dal partito neofascista Forza Nuova al Comitato No194 sin dalla sua fondazione, e si rammarica per l’assenza di Forza Nuova al corteo deln9 marzo. Per noi donne non è una novità che le forze fondamentaliste cattoliche e quelle di estrema destra si alleino per imporre sulle nostre vite il loro dominio: conosciamo l’ipocrisia di chi si dice a favore della vita e vuole far morire di aborti clandestini migliaia di donne.Non tolleriamo un simile attacco, che queste persone abbiano agibilità politica e si nascondano dietro l’ipocrisia della libertà d’opinione. Voler imporre la legge patriarcale sui nostri corpi non è libera opinione, è violenza, e contro la violenza noi scioperiamo! La maternità è una scelta, non può essere un’imposizione. Una scelta che siamo capacissime di compiere in piena autonomia, senza il consiglio di nessun uomo che pensa di insegnarci che cosa è meglio per noi. Diffidiamo le istituzioni della città, dalla questura al comune, dal concedere qualsiasi spazio pubblico a questa manifestazione maschilista e integralista, con cui si vogliono negare la libertà e l’autodeterminazione delle donne, organizzata per di più il giorno dopo lo sciopero globale femminista del prossimo 8 marzo: un affronto e una provocazione che le donne di questa città respingono al mittente. Per noi, quindi, l'8 e il 9 marzo fanno parte della stessa mobilitazione, perché lottare contro la violenza maschile sulle donne significa anche difendere la nostra libertà sessuale e riproduttiva, la nostra agibilità e i saperi e le pratiche che costruiamo nei nostri percorsi femministi. Chiamiamo tutta la città a prendere posizione, tutte le donne a scendere in piazza portando lapropria rabbia e il proprio desiderio di autodeterminazione. In tutto il mondo le donne manifestano e si fanno soggette di una nuova rivoluzione che spazzerà via patriarcato, capitalismo e razzismo».

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