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CARO ENERGIA

Europa Verde-Verdi Veneto: «No al nucleare, non è la soluzione al caro energia»

Lo hanno detto i due co-portavoce di Europa Verde-Verdi Veneto, Luana Zanella ed Enrico Bruttomesso, dopo che il presidente della Regione ha detto che si potrebbe valutare la possibilità del nucleare per ammortizzare il caro energia

«Chi parla di nucleare non propone soluzioni sui rincari delle bollette che da qui al 2050 potranno solo aumentare sempre più, se non investiamo fortemente sulle rinnovabili, per l’indipendenza energetica del Veneto e dell’Italia. Il nucleare non è un’opzione: porterebbe danni all’economia del Veneto, ritardando ulteriormente la filiera delle rinnovabili». Lo dichiarano, in una nota, i due co-portavoce di Europa Verde-Verdi Veneto, Luana Zanella ed Enrico Bruttomesso, dopo che il presidente della Regione ha detto che si potrebbe valutare la possibilità del nucleare per ammortizzare il caro energia.

La nota

«I cittadini devono sapere che perseguire le idee nucleariste di Zaia e della sua cricca richiede tempistiche che non abbiamo e che, sottraendo fondi alle rinnovabili, li sottrarrebbero non solo allo sviluppo e all’innovazione, ma anche all’occupazione della filiera delle rinnovabili stesse che, in questi anni, ha registrato una forte crescita. Il Rapporto sulla filiera delle tecnologie delle energie rinnovabili in Italia, realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo – incalzano Zanella e Bruttomesso – parla chiaro: dirottare fondi dalle rinnovabili verso il nucleare creerebbe un danno economico proprio in Veneto che, in ben cinque province, detiene il primato di presenza di imprese della filiera delle rinnovabili. Il Veneto può contare su cave abbandonate, discariche dismesse e terreni bonificati adatti al fotovoltaico. In più, i parcheggi auto, sia quelli pubblici che quelli di centinaia di supermercati della Gdo: si tratta di luoghi strategici per le coperture fotovoltaiche. Oltre a questo, impossibile dimenticare la possibilità di implementare l’idroelettrico e l’eolico, a cui, come ecologisti, siamo totalmente favorevoli. Con che coraggio Zaia potrebbe chiedere a qualsiasi Comune vicino al Po', all'Adige o alla Laguna (serve acqua per il raffreddamento nucleare) di costruire una centrale nucleare sul suo territorio? E come potrebbe chiedere ai suoi cittadini di San Vendemmia la disponibilità a ospitare un deposito di scorie radioattive? Se è veramente favorevole al nucleare dovrebbe anche essere disposto a chiedere loro questo sacrificio. Noi, invece – concludono Zanella e Bruttomesso – siamo convinti che la Regione Veneto abbia bisogno di una strategia lungimirante sulle rinnovabili e non di un altro referendum sul nucleare».

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