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Ordinanza antialcol, Coalizione Civica: «Approccio sicuritario. Giordani come Zanonato e Bitonci»

Frattura in maggioranza sul provvedimento firmato a fine ottobre dal sindaco, che vieta la vendita per asporto di alcolici dopo le 20 nell'area del centro storico

«Approccio sicuritario. Giordani come Zanonato e Bitonci». Coalizione Civica va già duro. Non solo boccia l'ordinanaza antialcol voluta dal sindaco e dall'assessore alla sicurezza, ma alza il tiro e prende fortemente le distanze dal provvedimento. Una scelta che rischia di provocare una frazione in maggioranza. La recente ordinanza ha posto il divieto di vendita di alcolici per asporto dalle ore 20 alle 7 in centro. «Questo pone all’attenzione dell’intera città un importante problema sociale di vita dei giovani che non hanno a disposizione luoghi di aggregazione, tanto meno nel “salotto buono della città”, ormai completamente destinato all’uso da parte di bar e ristoranti che spesso non sono alla portata dei giovani che si organizzano come possono» sostengono da Coalizione Civica.

Sicurezza

«Abbiamo già visto negli anni cosa hanno sortito imposizioni di questo tipo nella nostra città. Il primo ad emettere una ordinanza analoga è stato l’ex Sindaco Zanonato e successivamente Bitonci .-insistono - .Si tratta di iniziative basate sulla criminalizzazione e sull’esclusione che, come quella del sindaco Giordani, si autolegittimavano attraverso una cultura sicuritaria che si nutre di concetti problematici e spesso stigmatizzanti come quello di “degrado” e “inciviltà”. Provvedimenti amministrativi motivati da elementi di urgenza (altro concetto problematico che spesso assicura la diffusione di allarmi sociali sovra-rappresentati e utilizzati per colpire certe categorie di individui “indisciplinati”), che non contribuiscono a nostro avviso a inquadrare e affrontare il problema dell’uso eccessivo di alcool da parte di giovani adolescenti e delle eventuali tensioni e conflittualità ad esso collegate nella sua complessità. Anzi finiscono storicamente a desertificare e rendere alcune zone della città poco frequentate e di conseguenza meno vivibili e in tale senso, paradossalmente, meno “sicure”. Non è con l’allontanamento o lo spostamento del problema che si trovano soluzioni adeguate, tanto meno stigmatizzando intere categorie di giovanissimi che vivono la nostra città. Parimenti, pensiamo che non saranno le limitazioni di orario a risolvere il problema. Si tratta in sintesi di un approccio di tipo sicuritario ostile alla nostra cultura politica che non deve mai tentarci in nessun terreno della vita sociale e che guarda caso sta fin da subito caratterizzando il nuovo governo di estrema destra che inaugura il suo mandato proprio con l’emanazione d’urgenza di un’inaccettabile stigmatizzante e punitivo decreto legge proprio in riferimento al tema dell’aggregazione giovanile, nello specifico sul tema dell’organizzazione dei rave».

Alternative

«Premesso che per noi sono altre le vere “emergenze” politiche e sociali su cui dovremmo investire tempo e risorse, come Coalizione Civica per Padova riteniamo utile e necessario a proposito investire su interventi che creino luoghi di aggregazione diffusi in città, in collaborazione con chi si occupa già da tempo di queste problematiche, come le associazioni che stanno tentando con enorme difficoltà di costruire alternative sociali e culturali rivolte ai giovani, e che spesso si trovano isolate e con poche risorse. Ad esempio utilizzare correttamente il Regolamento dei Beni Comuni potrebbe essere una delle soluzioni per dare sostegno alle associazioni esistenti contribuendo a costruire esperienze aggregative aperte e libere anche nei quartieri, per dare delle alternative reali, anche in centro storico, a chi giustamente non vuole rinunciare alla socialità e alla libera aggregazione. Bisogna investire in spazi e luoghi dove giovani (e non solo) possano trovare contesti e possibilità di socialità in grado anche di fornire una risposta alle tensioni e problematiche che potessero eventualmente emergere intorno a certe forme di consumo di alcol e di ritrovo giovanile iper-concentrate in certe aree della città. Riteniamo che sia possibile ripensare, ad esempio in accordo con l’Università a modalità ulteriori di investimento sugli immobili, sicuramente riqualificando gli edifici, ma non soltanto per creare nuove aule: è necessario anche realizzare nuovi spazi dedicati alla libera socialità oltre che allo studio. Crediamo ad una progettualità della città pensata collegialmente e intesa a dare risposte alle necessità e istanze di tutte le parti, adeguatamente coinvolte, e siamo certi che ai problemi non si intenda rispondere solo con divieti e restrizioni o riservando parte della città solo ad alcune attività commerciali».

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