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Giovedì, 25 Aprile 2024
ELEZIONI 2022

Il ministro Orlando: «Padova deve ripartire da Giordani, ha fatto crescere la città»

Oltre agli incontri nelle aziende, il ministro del Lavoro è giunto nella città del Santo per sostenere la campagna elettorale del sindaco uscente Sergio Giordani

Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, venerdì 6 maggio è arrivato a Padova per discutere di occupazione e salari in alcune aziende del territorio e in sostegno alla campagna elettorale del sindaco uscente Sergio Giordani.

Le elezioni

«Padova deve ripartire da Giordani mi pare che l'esperienza abbia fatto crescere Padova che si è rafforzata nel contesto veneto. Tutti gli indicatori sono di carattere positivo, è un'esperienza di pluralismo e contemporaneamente di coesione della maggioranza, è un'esperienza di carattere civico che aderisce bene allo spirito del territorio - ha detto dalla sede del Partito Democratico di via Beato Pellegrino - Mi pare che siamo di fronte alla dimostrazione del fatto che si può affermare l'identità, il ruolo di una città, si può far crescere la ricchezza e il benessere senza rinunciare a un obiettivo di inclusione e senza litigare come è avvenuto nelle esperienze delle giunte di centrodestra che hanno preceduto la giunta Giordani».

Il Bonus 200 euro

La misura è contenuta nel Dl Aiuti e sta scatenando alcune polemiche. Prima di tutto perché non è strutturale ma una tantum, dopo di che perché la platea è stata estesa a coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza. «Avremmo voluto fare di più - ha affermato Orlando - Naturalmente le risorse in assenza di uno scostamento sono quelle che sono. Si è comunque proceduto in modo coraggioso partendo da un presupposto: lo schock che ha determinato la guerra ha colpito alcuni settori ma ne ha avvantaggiato altri. Si è fatta un’operazione di carattere redistributivo perché è giusto che non si facciano sovraprofitti sulla guerra o sulle conseguenze. Quindi credo sia stato un messaggio forte da questo punto di vista. Dobbiamo tener conto di un Paese che ha un quadro di compatibilità abbastanza stretto. Naturalmente se nei prossimi mesi sarà necessario valuteremo quali possono essere ulteriori sforzi, intanto credo che la risposta vada nella direzione giusta, che sia un segnale tangibile per i lavoratori, per i pensionati, per le persone in generale che rischiano di trovarsi in una situazione di grande difficoltà». E riguardo al reddito di cittadinanza, il ministro ha aggiunto: «Dove ci sono le politiche attive funzionano sia per quelli che sono percettori del reddito di cittadinanza sia per coloro che non lo sono. Dove non ci sono le politiche attive è difficile che possano funzionare solo per i percettori del reddito di cittadinanza. Chiaramente la soluzione individuata, di figure ad hoc in assenza di un sistema di politiche attive strutturato, non ha funzionato. Il problema non è il reddito di cittadinanza, i problemi sono le politiche attive su cui stiamo investendo 5 miliardi di euro: la risposta credo debba venire sia per chi percepisce un sussidio sia per chi non lo percepisce. Poi credo si sia data molta enfasi al mancato accesso nel mercato del lavoro dei redditisti, i numeri ci dicono che le cose sono un po’ diverse: tra un quarto e un terzo ha un lavoro ma purtroppo è al di sotto della soglia di povertà. Il tema lì è il lavoro povero, non sono le politiche attive».

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