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Padova esce dall'Anci: "Non da sola Nuova associazione a costo zero"

Lo ha annunciato il sindaco Massimo Bitonci, all'indomani dalle polemiche seguite alla "trasferta romana" dei primi cittadini, guidati dal presidente della Provincia Enoch Soranzo: "Con me, anche altri Comuni"

Padova esce dall'Anci e, con altri Comuni, che faranno lo stesso, si organizzarà in una nuova associazione "a costo zero". Lo ha annunciato il sindaco Massimo Bitonci, all'indomani dalle polemiche seguite alla "trasferta romana" dei primi cittadini, guidati dal presidente della Provincia Enoch Soranzo.

"PADOVA ESCE DALL'ANCI". "L’Anci è inutile e costosa - ha ribadito Bitonci - inutile perché incapace di decidere e, soprattutto, di opporsi ai provvedimenti sbagliati del Governo in carica. Costosa perché aderirvi costa oltre 35mila euro all’anno di iscrizione, più le spese per viaggi, cene, varie ed eventuali. Non sono stato eletto sindaco per partecipare a gite di piacere nella Capitale o per chinare il capo di fronte ai desiderata dei funzionari di Stato che non fanno gli interessi dei miei concittadini – ha proseguito il primo cittadino – per questo, non da solo, ho deciso di uscire dall’Anci, come hanno già fatto altri sindaci".

"NUOVA ASSOCIAZIONE A COSTO ZERO". Gli altri Comuni indicati da Bitonci come intenzionati a prendere le distanze dall'Anci sono Albignasego, Arquà Petrarca, Brugine, Campo San Martino, Candiana, Carceri, Carmignano di Brenta, Cinto Euganeo, Cittadella, Correzzola, Limena, Maserà, Mestrino, Montagnana, Saletto, San Giorgio in Bosco, Pontelongo, San Pietro in Gu, Terrassa Padovana: "Proporrò loro di lavorare insieme - ha detto Bitonci - ed, eventualmente, di pensare ad un’associazione di Comuni che sia snella, a costo zero, senza staff, con una sede itinerante e si ponga, quale scopo unico, quello di difendere da Roma, nella piena collaborazione degli aderenti, gli interessi specifici dei residenti. Cosa che l'Anci non ha mai fatto fino in fondo".

SINDACO VICENZA. "L'uscita dall'Anci è una scelta sbagliata e controproducente - ha commentato il sindaco di Vicenza e delegato Anci al Welfare Achille Variati - l'obiettivo dell'associazione è infatti difendere i Comuni e dare voce alle amministrazioni locali troppo spesso inascoltate. Uscire dall'Anci significa isolarsi e perdere forza. I problemi non si risolvono certo uscendo dall'Anci, ma lavorando all'interno della 'casa' dei Comuni italiani, per trovare soluzioni efficaci".

SINDACO DI TREVISO. "Non vedo alcuna utilità nell'uscita dei sindaci leghisti dall'Anci - ha dichiarato il sindaco di Treviso Giovanni Manildo (Pd) - piuttosto la considero una provocazione che né risolve il problema degli arrivi che continueranno ad esserci, né aiuta all'individuazione di possibili soluzioni. Penso invece che la strada da imboccare sia un'altra, direi opposta".

SINDACO DI CHIETI. "Tutto quello che Anci poteva fare lo ha fatto - così il sindaco di Chieti e vicepresidente Anci, Umberto Di Primio - certo si può sempre fare di più, ma in questi anni abbiamo ottenuto risultati spesso inaspettati. È indubbio, però, che abbiamo a che fare con un governo assolutamente sordo agli interessi reali dei Comuni e questo non è un problema di Anci: con questo esecutivo non si poteva ottenere di più di quanto ottenuto".

SINDACO DI LECCE. "Dividerci adesso servirebbe solo a indebolire i Comuni in un momento di svolta in cui, grazie all'azione dell'Anci, i sindaci di ogni colore politico stanno manifestando con successo una posizione univoca - ha detto il sindaco di Lecce e vicepresidente vicario dell'Anci, Paolo Perrone - di certo, così facendo, non si favoriscono le iniziative di cui Anci si è fatta promotrice, tese a rivendicare il ruolo degli amministratori locali e la loro autonomia".

SINDACO DI MONZA. "La scelta e la proposta ai sindaci del centrodestra di uscire da Anci avanzata dal sindaco di Padova è ideologica, approccio che non è mai appartenuto all'Associazione dei comuni - afferma il sindaco di Monza e presidente di Anci Lombardia, Roberto Scanagatti - ricordo che le manifestazioni di protesta svolte in passato erano conseguenza dell'assenza di un interlocutore disposto ad ascoltare le richieste dei Comuni".

SINDACO DI CATANIA. "Si tratta di un invito incomprensibile che indebolisce i Comuni - ha dichiarato il presidente del consiglio nazionale e sindaco di Catania, Enzo Bianco - così facendo si trascina la nostra associazione in un luogo di rivendicazione elettoralistica che nulla ha a che fare con le finalità che Anci porta avanti da decenni".

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