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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Baone

Parco Colli, Riolfatto: "Regole rigide, chiuderlo per abbattere i cinghiali"

L'assessore provinciale all'Agricoltura in visita oggi ai vigneti di Baone per denunciare i danni del proliferare degli ungolati sui colli Euganei e chiedere alla Regione un intervento per limitare i danni alle aziende

"Se non si riesce a risolvere il problema anche a causa dei divieti o di regole troppo rigide imposte dall’ente Parco, allora tanto vale chiuderlo per un paio d’anni, abbattere i cinghiali, ripristinare l’habitat e la biodiversità distrutte e poi ne riparliamo”. Con queste dure parole l'assessore provinciale all'Agricoltura di Padova, Domenico Riolfatto, durante una visita ai vigneti di Baone ha richiamato la Regione all'appello sull'ormai annosa questione irrisolta del proliferare dei cinghiali sui colli Euganei e i danni che questi ultimi provocano ai coltivatori locali.

Cinghiali, danni ai vigneti di Baone

L'APPELLO ALLA REGIONE. Complice anche la siccità, branchi di ungulati si addentrano tra i vitigni alla ricerca di acqua e uva. Interi filari vengono mangiati rendendo inutilizzabile ciò che resta dei grappoli. “Le aziende agricole stanno subendo danni ingenti – ha spiegato l'assessore provinciale – i cinghiali stanno proliferando e sono in sovrannumero in un ambiente dove non ci dovrebbero essere. Questo animale crea problemi economici e ambientali tali da vanificare l’esistenza stessa del Parco Colli. Infatti oltre ai danni, gli agricoltori si sentono rispondere che non ci sono le risorse per gli indennizzi quindi la situazione è diventata insostenibile. Per questo lancio un appello alla Regione affinché non si limiti a venire in visita sui Colli, ma si impegni nel concreto con elementi normativi seri per limitare il problema”.

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ABBATTIMENTO E INDENNIZZI. La proposta della Provincia è che vengano coinvolte anche le persone del luogo munite di autorizzazioni e quindi in grado di coadiuvare l’ente pubblico nell’abbattimento dei cinghiali. “Bisogna che la Regione trovi le risorse per gli indennizzi - ha aggiunto Riolfatto - perché non è possibile scaricare per intero questa difficoltà alle aziende. Quando il cinghiale attacca l’uva non è solo una questione di quantità, ma anche di qualità perché gli acini che rimangono sono compromessi dalle muffe e quindi non più utilizzabili. I recinti non sempre sono utilizzabili e c’è chi ha deciso di smettere di coltivare a causa dei danni causati dai cinghiali che, oltre ai vitigni, colpiscono anche il mais”.

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