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ELEZIONI 2022

Elezioni, Peghin sfida a "duello" il sindaco Giordani: «Facciamolo per i padovani»

Il candidato del centrodestra non ha gradito la replica del primo cittadino sulla questione tram e la proposta di sostituire il mezzo con i bus elettrici: «Crede che io non abbia fatto le mie verifiche a Roma?». Poi propone Padova città blu

«La invito oggi stesso ad un primo confronto a due, tra me e lei, che organizziamo insieme prima di Pasqua in un luogo che scegliamo nei prossimi giorni con due moderatori e aperto al pubblico e alla stampa. Spero che non vorrà negare ai padovani questa opportunità di ascolto». Sempre che lo siano mai stati, ora non sono più amici. I toni della campagna elettorale si sono alzati, ed ora è difficile tornare indietro. E a più di due mesi dal voto si è arrivati già alle sfide. Quella di giocare sul terreno dello scontro è una sceneggiatura già vista nel 2017, e non ha avuto successo. Francesco Peghin tra l'altro è uomo mite, mentre lo sono meno i suoi comunicati stampa e i post sui social (parla poco con i giornalisti) e quindi il risultato che emerge non corrisponde sempre alla sua personalità, che forse andrebbe valorizzata rispetto ad una rabbia che non gli appartiene. Dall'altra parte c'è il sindaco Giordani, che invece forse sta commettendo l'errore di sottovalutare l'avversario, trincerandosi dietro il fatto che sta amministrando e non ha tempo per la campagna elettorale. Anche questo film lo abbiamo già visto nel 2014, quando il leghista Massimo Bitonci prima della corsa era dato dietro all'altro candidato del centrodestra (anche se si presentava con due liste civiche), Maurizio Saia. Invece sconfisse nettamente il dem, Ivo Rossi. E Saia arrivo al 10,63%. Voti che poi migrarono tutti proprio su Bitonci. Da qui la sfida lanciata a Giordani da Peghin, partendo dalla questione tram su cui in settimana si erano beccati. Lo ha fatto attraverso una lettera scritta e indirizzata a Giordani, che pubblichiamo integralmente.

La lettera

«Caro sindaco uscente di Padova (lo chiama sempre così, per scelta strategica, ndr), sono stato davvero felice di leggere, per la prima volta in due mesi, le sue dichiarazioni sul tram in risposta ad una mia proposta condivisa con moltissimi padovani. Ne ho apprezzato in particolare la presenza di certezze assolute, ma anche gli stessi toni diffamatori che fino ad ora aveva fatto interpretare ai suoi tanti portavoce - scrive Peghin - .La ringrazio perché le sue dichiarazioni hanno rivelato e confermato le ragioni dei silenzi precedenti, evidentemente figli non tanto del lavoro amministrativo, quanto della scelta precisa di non mostrarsi. Tra foto e manifesti lei si rappresenta come il papà di tutti noi padovani, bonario e gentile. Quando, invece, si rivolge a chi la pensa diversamente da lei e propone qualcosa per il bene della città, ecco uscire allo scoperto il suo vero volto: quello che non ammette critiche e che insulta chi ha osato evidenziare qualche problematica e fare una proposta alternativa magari condivisa con i padovani».

Roma

«A proposito di insulti, mi viene il sospetto che quello di cui mi accusa, somigli molto alle argomentazioni che proclama come certe. In particolare, quando sostiene che si perderebbero i soldi del Pnrr se si facesse un referendum tra i padovani. Come potrà immaginare, dopo tanti anni di impresa e di rappresentanza delle imprese e con l'amore che ho per Padova, non avrei mai fatto una proposta così importante senza avere sufficienti confronti anche a Roma (attraverso Bitonci, suo primo sponsor e oggi parlamentare nela capitale, ndr) sulla nostra scelta democratica e soprattutto realizzabile senza perdere i fondi del Pnrr. Dopodiché, come ben sa, dipende tutto dalla volontà del Sindaco di fare le cose e di sapere difendere davvero gli interessi dei padovani davanti al Governo». 

La sfida

«Del resto, non a caso ha avuto a farle da accompagnatori nello stesso giorno sulla stampa proprio due ex sindaci di Padova che, in una sintonia di tempi e di contenuti veramente mirabile, hanno difeso come dei centurioni lei e il tram ovunque e a qualunque costo. Sa quale è la cosa buffa? È che i due ex sindaci sono proprio quelli che hanno rifiutato o tradito la voce dei padovani sul tram. L'ex sindaco del Pd è quello che impedì che si facesse il referendum sulla prima linea del tram nel 1999 dopo che erano state raccolte migliaia di firme. L'ex sindaca, invece, è quella che vinse contro Zanonato promettendo che il tram non si sarebbe fatto mai. E finì il suo mandato con un evento che ancora Padova ricorda con una carrozza del tram trainata dai cavalli. A questo punto, però, le faccio una proposta. La invito oggi stesso ad un primo confronto a due, tra me e lei, che organizziamo insieme prima di Pasqua in un luogo che scegliamo nei prossimi giorni con due moderatori e aperto al pubblico e alla stampa. Spero che non vorrà negare ai padovani questa opportunità di ascolto».

Città blu

«L’autismo è un tema che mi è sempre stato a cuore, in particolare nelle mie attività - commenta Francesco Peghin in occasione della giornata mondiale della consapevolezza dell'autismo - sociali e sportive. Voglio che Padova diventi una città blu, così come hanno già fatto centinaia di città in Europa e nel mondo. Servono cinema e teatri con spettacoli inclusivi ed attenti alle necessità delle persone autistiche, biblioteche civiche con più libri in Caa (Comunicazione Aumentativa Alternativa) che agevolino l'interazione, seppur con modalità comunicative diverse. E nello sport, attrezzature e impianti inclusivi, a tutela di tutti - propone Peghin - . Non solo creare una rete - spiega Peghin - con le attività commerciali e gli spazi pubblici autism friendly tramite adeguata formazione del personale e coinvolgendo le associazioni per serate ed eventi di sensibilizzazione. Sempre in piena sinergia con le famiglie, alle quali va dato ascolto e sostegno, anche economico. In collaborazione con le associazioni che si occupano di questo tema, Padova può diventare un modello di inclusione straordinario: è proprio qui, nella capacità di valorizzare le singolarità, nell’essere a misura di tutti, a partire dai più fragili, che si misura la qualità di una città».


 

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