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Piano casa regionale, sindaci veneti contro: "Va ridisegnato"

Sabato l'incontro in municipio a Padova di una decina di primi cittadini, preccupati per il possibile "disordine" che la nuova normativa urbanistica in discussione in Regione potrebbe portare nei centri storici

"No a questo piano casa regionale. Capiamo l'emergenza dettata dalla crisi, ma non possiamo distruggere la qualità del nostro territorio e non vogliamo ci sia tolto uno strumento fondamentale per il governo stesso del territorio. Questa proposta va cambiata perché il mandato dei sindaci va rispettato". Così i sindaci di Padova, Venezia, Treviso, Vicenza, Belluno, Este, San Donà di Piave, Torri di Quartesolo e Cadoneghe che sabato si sono riuniti in municipio a Padova per denunciare le criticità del nuovo strumento urbanistico sovraordinato che sarà discusso in consiglio regionale dalla prossima settimana. È intervenuto telefonicamente anche il sindaco di Verona, associandosi ai colleghi nella richiesta di un confronto costruttivo con la Regione.

LE CRITICHE DEI SINDACI. Il terzo piano casa regionale preoccupa alcuni sindaci veneti. Se per il primo cittadino padovano Ivo Rossi "è in gioco la bellezza del Veneto e la qualità delle città è messa a repentaglio", quello di Venezia Giorgio Orsoni chiede "l'attenzione della classe politica regionale" perchè "siamo imbarazzati di fronte all'ottusità nell'affrontare i temi urbanistici". I sindaci sembrano temere, in particolare, "il disordine" che la normativa potrebbe portare nei centri storici. Per gli amministratori il piano casa potrebbe favorire la costruzione di "case torri, con condomini e case singole che possono aumentare del 120% in forza della sommatoria dei vari incentivi, senza che i Comuni possano fare nulla per salvaguardare l'armonia esistente in tanta parte delle nostre città".

LA REPLICA DI ZAIA. Obiezioni respinte dal presidente del Veneto Luca Zaia secondo il quale "il piano casa non è per costruire centri commerciali o per speculazione". "Il nostro 'piano' - sottolinea Zaia - offre la possibilità a chi è proprietario di un'abitazione di ampliarla e se decide di farlo magari è per avvicinare i genitori anziani o per dare ospitalità al figlio che si è appena sposato o al figlio disabile che ha bisogno di metterci un ascensore. Se invece un cittadino chiede di ampliare un capannone in questo momento è un eroe". "Il 40% dei Comuni - conclude il presidente - ha deciso di non utilizzare e applicare l'ultimo piano casa. Mi piace sottolineare la normativa nuove lottizzazioni, ma sta semplicemente parlando di ampliamenti del 20-30% di quello che c'è, con la necessità obbligatoria di miglioramenti sotto il profilo del risparmio energetico, sismico e idrogeologico".

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