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Profughi, oggi la "calata su Roma" Sindaci padovani incontrano Alfano

I primi cittadini, guidati dal presidente della Provincia Enoch Soranzo, sono partiti, mercoledì mattina, alla volta della Capitale, dove saranno stati ricevuti dal ministro dell'Interno per discurere dell'emergenza

Una delegazione di 40 sindaci, guidata dal presidente della provincia di Padova, Enoch Soranzo, è partita di buon'ora, mercoledì mattina, alla volta della Capitale, dove sarà ricevuta dal ministro dell'Interno Angelino Alfano. L'incontro verterà sul tema dell'accoglienza dei migranti, e, se da un lato mostra la disponibilità dei primi cittadini al dialogo con il governo centrale, dall'altro sarà anche occasione per manifestare l'insofferenza delle amministrazioni locali nei confronti della gestione del problema.

FASCE TRICOLORE SULLA SCRIVANIA. Simbolico sarà, infatti, come riportano i quotidiani locali, il gesto di "spogliarsi" delle fasce tricolore, che saranno appoggiate sul tavolo, a significare l'impotenza dei sindaci su questo fronte, data la mancanza di autonomie e l'impossibilità, quindi, di gestire l'emergenza nella tutela dei propri cittadini.

SORANZO. La "calata su Roma" era stata concordata durante l'incontro in Provincia, lo scorso 31 agosto, cui parteciparono 73 primi cittadini euganei, "per parlare direttamente con il ministro Alfano e informarlo su tutto ciò che sta accadendo nella nostra provincia. La vera competenza sull’immigrazione - aveva detto Soranzo - non è della Provincia, né dei Comuni, ma non affrontare il problema sarebbe come mettere la testa sotto la sabbia. Nessun comune ha a disposizione strutture comunali o pubbliche in grado di accogliere i profughi, anzi, spesso non ne sono disponibili neanche per i nostri cittadini. Non ci sono i sindaci del “si” o del “no” come qualcuno fa emergere, ma ci sono sindaci che stanno cercando una soluzione per tutelare il territorio, i propri abitanti e anche le persone che arrivano nella nostra nazione".

I DUE FRONTI DELL'ACCOGLIENZA. Quello che chiedono i sindaci sono regole certe, una gestione dell'emergenza che non gravi sul territorio, la riduzione dei tempi per il riconoscimento dello status di rifugiati e che non vengano istituiti hub provinciali, ma che l'accoglienza sia piuttosto diffusa, tra tutti i Comuni, in modo tale da distribuire il problema e non creare grosse concentrazioni di migranti difficili da gestire. Tra i primi cittadini diretti a Roma, non c'è il leghista Massimo Bitonci, la cui posizione resta chiusa in un irremovibile "no" all'accoglienza, già palesato durante l'incontro, quello stesso 31 agosto, con i 27 sindaci del suo stesso fronte, e con la mancata partecipazione al vertice dei prefetti a Venezia.

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