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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Province, la Regione per ora vuole il mantenimento dello status quo

In una futura seconda fase si prevede la creazione di due aree metropolitane integrate con la città metropolitana di Venezia: Verona con Vicenza e Padova-Rovigo-Treviso. La Provincia montana di Belluno andrebbe dunque salvata

Fin che si può, mantenere le cose come stanno, ovvero tutte le Province - e le relative poltrone - restino al loro posto. Questo l'indirizzo che già era emerso lo scorso 1° ottobre in occasione della Conferenza permanente della Regione e delle Autonomie locali, riunitasi per discutere il riordino istituzionale previsto dalla spending review del governo Monti, e ribadito in buona sostanza anche oggi, in sede di commissione Affari regionali, statuto e regolamento del Consiglio veneto. Spetterà poi prima alla giunta, e infine al consiglio della Regione, entro il 25 ottobre prossimo, chiudere la proposta definitiva da inviare al Governo.

LA DECISIONE DELLA CONFERENZA PERMANENTE

LA PROPOSTA "BIFASICA". Per una prima fase, si prevede il mantenimento dello status quo, in attesa di un'evoluzione amministrativa che, in una seconda fase, preveda la creazione di due aree metropolitane comprendenti l'una le province di Verona e Vicenza, l'altra le province di Padova, Rovigo e Treviso, integrate con la città metropolitana di Venezia. Rispetto alla situazione attuale, vi sarebbe dunque il mantenimento della provincia montana di Belluno. "Si ipotizza - ha spiegato Carlo Alberto Tesserin, presidente della Commissione - un Veneto che abbia due grandi aree metropolitane, con il territorio di Rovigo che potrà valutare un'adesione totale o parziale all'una o all'altra area. Per la provincia di Belluno, nel rispetto dell'art 15 dello Statuto, viene mantenuta la specificità, auspicando che nell'ottica della macro regione, possa allargare le sue funzioni alle limitrofe aree dolomitiche". "Nell'impossibilità che quanto auspicato possa attuarsi nell'immediato - ha concluso Tesserin - il documento prevede che nella fase iniziale e sino all'auspicabile e veloce raggiungimento di tale assetto istituzionale, le sette province esistenti proseguano nei limiti fissati dal decreto la loro operatività".

LA CRONISTORIA: RIORDINO DELLE PROVINCE VENETE

LA STRONCATURA DEI CONSIGLIERI PD. "La maggioranza di centrodestra riconferma la propria impotenza e manda in aula una non-proposta che mina la credibilità di tutto il Veneto - il giudizio tranchant dei consiglieri regionali del Pd Bruno Pigozzo, Laura Puppato, Piero Ruzzante, Franco Bonfante, Sergio Reolon e Giuseppe Berlato Sella - Sostanzialmente Pdl e Lega hanno avallato la scelta della Conferenza delle Regioni e Autonomie locali con il mantenimento delle attuali Province. Insomma, il contrario del coraggio e di quell'atteggiamento di avanguardia del Veneto nei processi di trasformazione di cui si riempiono la bocca Zaia e i suoi insofferenti alleati. Come Pd andremo avanti con la nostra proposta di due 'Province Metropolitane', ovvero Verona-Vicenza e Padova-Treviso, il mantenimento della Provincia dolomitica di Belluno e la richiesta di deroga per la Provincia di Rovigo".

LA PROPOSTA DEL PD

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