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Vive in un gazebo dopo aver perso casa e lavoro: il caso del signor Rossano diventa politico

A portare alla ribalta la storia di questo 47enne padovano è stato Alain Luciani, che ha anche aperto una raccolta fondi. Ma l'assessore Marta Nalin non ci sta: «Si chiama propaganda sulla pelle delle persone»

Aveva un lavoro e una casa, in cui viveva con la madre. Ora, però, ha perso tutto. Ed è costretto a vivere in uno spazio verde nel quartiere Torre: il protagonista di questa triste storia si chiama Rossano, e ha 47 anni.

"Aiutiamo Rossano a ripartire"

A interessarsi al suo caso è stato Alain Luciani, consigliere della Lega, che ha portato alla ribalta la storia di questo signore padovano, rimasto senza lavoro (in quanto la ditta in cui lavorava è fallita) e che ha visto la madre malata spegnersi, trovandosi così anche senza un tetto e vedendosi costretto a creare una sorta di "capanna" allestendo un gazebo in un giardinetto pubblico di Padova. Una situazione che ha portato Luciani ad aprire una raccolta fonda online - la trovate a questo link - intitolata "Aiutiamo Rossano a ripartire" e grazie alla quale chiunque può donare anche solo pochi euro allo sfortunato 47enne patavino.

Gazebo Torre 2-2

La replica dell'assessore Nalin

C'è chi, però, non ha apprezzato le accuse lanciate da Alain Luciani al Comune. E a rispondere a tono è proprio la "diretta interessata", vale a dire l'assessore al sociale Marta Nalin. La quale dichiara in una nota ufficiale: «L’uomo rimasto senza casa che si è ritrovato a vivere in un parco cittadino è conosciuto dai Servizi Sociali, che hanno nel tempo individuato diverse soluzioni per lui come ad esempio una sistemazione temporanea, che però ha scelto di non utilizzare. Proprio nei giorni scorsi è stato fissato con lui un appuntamento per provare a trovare assieme altre soluzioni, dal momento che finora ha sempre rifiutato ogni tipo di altro aiuto. Stiamo ad esempio verificando di poterlo sostenere, anche economicamente, nella ricerca di una sistemazione sul mercato privato, dal momento che non è possibile intervenire con un’assegnazione diretta. Stiamo quindi già lavorando con questa persona, consapevoli che a volte si deve avviare un tipo di lavoro differente, che prevede innanzitutto il supporto alle persone anche con la costruzione di progetti di reinserimento, che vadano incontro alle effettive esigenze e non rispondano solo all’emergenza del momento. Sono sempre situazioni molto delicate, in cui la prima cosa da tutelare sono proprio le persone coinvolte. Per questo trovo fuori luogo il comportamento del consigliere Luciani. Un rappresentante delle Istituzioni che ben conosce la complessità in cui capita di trovarsi a operare non dovrebbe mai mettere a rischio i passi che con fatica sono stati fatti dai servizi sociali. Si chiama propaganda sulla pelle delle persone. Il consigliere Luciani sa che per aiutare chi è in difficoltà esistono molti modi e sa benissimo a chi e come presentare segnalazioni di casi delicati. Sono modalità che non mettono a rischio percorsi attivati e fanno veramente il bene delle persone. Operare in questo modo, sui social network e a mezzo stampa strumentalizzando la situazione di una persona invece non è voler aiutare qualcuno, ma solamente avere una visibilità propria. Ritengo pericoloso chi fa politica per i propri interessi sulla pelle delle persone senza senso di responsabilità, è una pratica molto diffusa ultimamente che non appartiene certo alla nostra Amministrazione. I problemi si affrontano e si provano a risolvere in maniera concreta e con una visione d’insieme, lontano dall’emergenza. Questi casi peraltro dimostrano anche che strumenti e soluzioni come il reddito di cittadinanza, di cui l’uomo usufruisce, non servono a molto se non sono affiancati a politiche più ampie. Affrontare i problemi realmente è più produttivo che perdersi in polemichette sterili che non vanno certo incontro alle esigenze delle persone».

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