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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Pd primo partito e boom di Renzi e Calenda. A Padova resiste il fortino costruito da Giordani

Fratelli d'Italia è comunque la seconda forza, con la Lega ferma all'8,42%. I movimenti uniti dal sindaco hanno tenuto e con un'affluenza superiore del 20% rispetto alle amministrative

Calenda e Renzi fanno il “botto” a Padova, l'unica provincia veneta dove Fratelli d'Italia non ha sfondato e ha lasciato al Pd il primato. A livello nazionale il tandem Azione-Italia Viva è arrivata al 7,7%, mentre nella città del Santo è andata ben oltre: 12,8%.

Il timbro Giordani

E' praticamente il terzo partito in città, dopo Pd e Fdi e tenendo a distanza la Lega di ben 4 punti percentuali. «A Padova sentivamo il calore delle persone – spoiega Carlo Pasqualetto, consigliere comunale che ha appoggiato Azione - e sapevamo che avremmo fatto bene». Numeri che coincidono con quelli messi in campo tre mesi fa dal sindaco Sergio Giordani per essere rieletto, quando era riuscito a unire una squadra che andava da Calenda a Giueppe Conte, passando per Letta. E confermati dal 72% dei padovani stavolta e non dal 50.

Pasqualetto

A dimostrazione che se fossero andati tutti insieme, oggi parleremmo di un risultato diverso: «Doveva andare in questo modo – dice Pasqualetto (in foto in alto con Calenda) - perché il Partito Democratico ha preso delle decisioni non in linea con le nostre visioni. Auspicavamo una casa per i riformisti e i liberali, invece il Pd ha dimostrato di non avere le idee chiare, abbracciando la sinistra estrema e, adesso, il Movimento 5 stelle. Questo non è il nostro modo di intendere». Nessun rischio a Padova: «Giordani è un Draghi padovano, che mette il buon senso e il bene della città davanti a qualsiasi ideologia. A Padova c’è un programma ed è condiviso». Padova oggi non è terra della destra.

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