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Rifiuti, Cavazzana (Voi + Noi Tribano): "Una voragine di interessi"

Il capogruppo consiliare: "Quindici anni fa si pagavano circa 37 euro abitante, nel 2010 pagavamo circa 70 euro abitante e ora con la reale riduzione del servizio siamo arrivati a sfiorare i 100 euro ad abitante"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

A 18 mesi dall’ avvenuto conferimento da parte del Comune di Tribano al Bacino Padova 3 il costo per la gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani risulta aumentato del 37%. Alla vigilia dell’accordo il Sindaco aveva assicurato un aumento massimo del 3% ora a distanza di un anno e mezzo ci siamo trovati il servizio per la plastica e della carta ridimensionato passando da una raccolta settimanale a quindicennale, inoltre per l’asporto  per i primi mesi dell’anno si è passati da raccolta settimanale a mensile.

Quindici anni fa si pagavano circa 37 euro abitante, nel 2010 pagavamo circa 70 euro abitante e ora con la reale riduzione del servizio siamo arrivati a sfiorare i 100 euro ad abitante.

Tribano è stato tra i primi comuni ad introdurre la raccolta differenziata porta a porta ed è stato il Comune ispiratore del servizio e molto è cambiato. Sono passati ormai più di  16 anni  e le famiglie tribanesi si sono trasformate in vere e proprie “ riciclerie “ dove si separano i materiali riciclabili raggiungendo costantemente la soglia annua  del 70%, materiali raccolti e ora “ venduti” al Bacino Padova 3.  In questi ultimi anni anche l’umido e il verde sono diventati di fatto una risorsa trasformati in biogas e fertilizzante dalla Sesa di Este che ha richiesto alla Provincia diverse deroghe per poter far fronte al crescente business. Il rifiuto restante, secco non riciclabile ha ormai la via segnata verso l’inceneritore di Padova gestito dall’Aps , questo produce energia elettrica per decine di milioni di euro annui.

Da questo ciclo virtuoso dei rifiuti, abbondantemente avvantaggiato dagli incentivi sulle energie rinnovabili (vedi biogas la Sesa sta realizzando diversi impianti), i costi per le famiglie dovrebbero diminuire o restare perlomeno stabili e invece no. Il servizio di asporto rifiuti e sempre più caro e incontrollato frutto di accordi di bacino che non fanno altro che alterare lo stato di mercato producendo distorsioni che si traducono in un maggior costo per i cittadini e paradossalmente in contratti di “subappalto" che portano al limite della sopravvivenza gli operai che operano ogni giorno tra compattatori e discariche e che spesso si trovano in difficoltà per i pagamenti trattenuti. Questa è la situazione reale di fatto ma si fa finta di niente.

Ci troviamo di fronte a un aumento a dismisura dovuto all’incapacità politica di coltivare un progetto territoriale per gli “ex rifiuti” i cui profitti dovrebbero almeno per buona parte restare realmente in tasca alle famiglie e agli operai e non andare solo a rimpinguare le tasche dei soci privati o degli amministratori delegati.

Fa fede il modello assunto in origine da Tribano tuttora percorribile, lo dimostra la tenacia del sindaco Peotta del Comune di Barbona che ha ottenuto, con l’appalto diretto,  la gestione più efficiente ed economica a parità di servizio con un costo pari a 52 euro abitante nel 2010. Un costo inferiore del 45% rispetto alla media del Bacino. Ormai a tutti i cittadini risulta chiaro che i costi sono aumentati in quanto i Comuni hanno rinunciato  a fare i Comuni e hanno delegato a terzi il loro potere attraverso le tanto discusse società in House. Se non bastasse ora arriverà la Res che porterà ad un ulteriore aumento minimo del 20%. La misura è colma, bisogna porre un freno a questo disastro che si abbatte silenziosamente sui bilanci delle famiglie.

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