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ELEZIONI 2022

Romania (Pd): «Rafforzare la coesione sociale, rendere più accessibile il mercato immobiliare e basta segregazione»

Il professore di sociologia e candidato consigliere con il Partito Demicratico analizza i recenti dati statistici di Padova

«I più recenti dati statistici sulla città di Padova diramati dal Settore Programmazione, Controllo e Statistica del Comune descrivono una fotografia, in termini demografici, critica ma non particolarmente innovativa». La voce è quella di Vincenzo  Romania, professore associato di Sociologia al Bo e candidato alle prossime elezioni comunali con il Pd. «La popolazione residente globale, seguendo un trend in atto già da qualche anno, è in leggero calo e si attesta a 208.702 unità - spiega Romania - .Un dato su cui non si riflette abbastanza è che 40 anni fa, nel 1981, i residenti erano circa 30.000 in più. Nel frattempo, quell’enorme offerta immobiliare si è trasformata in affitti per studenti e poi stranieri. Ma la stessa presenza straniera è stata fortemente affetta dalla pandemia e, dopo tanti anni di crescita, è oggi stabile a 34.515 residenti (16,5% del totale)».

Il confronto e le migrazioni

«Rispetto alle passate rilevazioni, i residenti sono notevolmente invecchiati (47,4 anni l'età media), con significative differenze fra quartieri e rioni - osserva il sociologo - .Fra gli stranieri, oltre la metà sono est-europei, in grande maggioranza adulti in età lavorativa (30-49), un terzo di essi risiede nel quartiere Nord. La comunità rumena è quella più numerosa (9.273). Un dato che l’articolo de il Mattino non menziona è che gran parte degli stranieri residenti sono presenze di lungo corso in città, con carta di soggiorno, quindi. Hanno perciò raggiunto una sostanziale stabilità lavorativa e famigliare, e molti di loro sono in attesa di diventare nuovi cittadini (andando così ad accrescere il numero dei nuovi italiani). Un secondo tema di cui non si parla è il rallentamento delle migrazioni interne: retribuzioni basse e costi alti rallentano l'attrattività della città».

Quartieri

«Il rione più anziano è Terranegra (51,7 anni l’età media dei residenti), quello più giovane la Fiera (43), ove un terzo dei residenti sono stranieri, come accade anche in area Stazione. Infine, il tasso di natalità è in leggera crescita rispetto al 2020 (6,67) ma ancora su livelli molto critici - rivela Romania - .In soldoni, abbiamo una città composta in gran parte da nuclei famigliari ridotti (2 persone in media), con una grande differenza anagrafica fra padovani di cittadinanza italiana e non e con evidenti dinamiche di segregazione spaziale (quartieri di residenti vs quartieri a prevalenza migrante). A ciò va aggiunta la sempre rilevante presenza di city users (ovvero persone che vivono la città, senza risiedervi), come studenti universitari e non, imprenditori, lavoratori, turisti, con caratteristiche e stili di vita ancora differenti. E, infine, la quota non indifferenti di padovani che vive nei comuni della cintura urbana».

Il futuro

«Le sfide politiche sono quindi piuttosto chiare - chiude Romania - e cioè: rafforzare la coesione sociale, rendere più accessibile il mercato immobiliare, rompere le dinamiche della segregazione spaziale attraverso piani urbanistici adeguati, supportare la natalità delle giovani coppie, attrarre i giovani attraverso politiche loro indirizzate, favorire un patto intergenerazionale, ossia l’avvicinamento fra le potenzialità di giovani e i bisogni delle persone più anziane. In poche parole, occorre fare una città unita da tante piccole città che coesistono senza vivere insieme. Rafforzare il patto sociale credo sia un obiettivo prioritario per chiunque si troverà a governare Padova nei prossimi cinque anni. E sarebbe bello che tutti ci confrontassimo su questi temi, piuttosto che su alcune questioni, su cui il dibattito è ormai saturo, dal tram ai parcheggi».

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