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«Il presidente Bui solidale con l'Arma? Con noi nessuna istituzione lo è mai stata eppure abbiamo perso un figlio»

La madre di Mauro Guerra, ucciso 5 anni fa dai carabinieri di Carmignano: «Mai nessuno delle istituzioni locali si è fatto anche solo sentire. Mai. La nostra è una sofferenza che si ingigantisce giorno dopo giorno. Non ci può essere pace senza giustizia»

«Esprimo a nome personale e dell’Amministrazione provinciale che rappresento, profonda stima e solidarietà all’Arma dei Carabinieri e a tutti i colleghi onesti di ogni forza di Polizia, che ogni giorno operano con abnegazione e rettitudine per compiere il loro dovere a servizio del prossimo.  I fatti accaduti a Piacenza non devono cancellare i sacrifici di tanti. Nel condannare l’episodio ci auguriamo che la Magistratura e la Giustizia possano fare piena luce per chiarire ogni responsabilità al fine di garantire in tutti i modi la tutela a chi rivolge quotidianamente il proprio impegno per il bene e la sicurezza della comunità», ha dichiarato Fabio Bui, Presidente della Provincia di Padova, durante un incontro pubblico questa mattina.

Tempismo

Non esattamente un campione in tempismo perché si sa, in queste occasioni il silenzio è d'oro e per non sbagliare di solito un politico sceglie la via della prudenza. Invece il presidente della provincia Fabio Bui, sprezzante del pericolo, ha sentito questa necessità. Parole che sono sembrate stonate a tanti in questi giorni, soprattutto alla famiglia Guerra che, ormai cinque anni fa, il 29 luglio del 2015, ha perso un figlio a cui un carabiniere ha sparato perché fuggiva da un TSO che nessuno aveva autorizzato ma che gli volevano comunque imporre. Un abuso passato impunito e che paradossalmente però viene confermato dalle motivazioni del giudice monocratico che ha comunque assolto l’unico imputato, il maresciallo Pegoraro, che a Mauro Guerra ha sparato. 

Mauro Guerra

«Mi sono sembrate - a parlare è la madre di Mauro, Giusi Guerra - parole quanto mai inopportune, sicuramente sbagliate nei tempi. Era davvero necessario esprimere solidarietà alle forze dell’ordine, nello specifico ai carabinieri, proprio oggi? A noi non ha mai espresso solidarietà nessuno in questi anni, mi riferisco alle autorità e alle istituzioni locali. Mai una mezza parola. Noi il rispetto per le istituzioni lo abbiamo sempre avuto e ne abbiamo sempre. Anche il rispetto per l’Arma abbiamo sempre mantenuto. Ma il rispetto per noi, dalle istituzioni, dove sta?». Siete stati ricevuti dal generale Nistri. «E’ vero, ci ha voluto incontrare e ricevere. Ci ha pure ascoltato però non è successo niente poi. E’ tutto immobile, una sofferenza che non può essere placata. Una sofferenza che si ingigantisce giorno dopo giorno. Non ci può essere pace senza giustizia».

Piccole stazioni

Inevitabile chiederle un parere su quanto è accaduto a Piacenza: «Ho avuto modo di leggere e sentire cosa è successo a Piacenza ma non ho voluto approfondire, mi veniva la nausea. Ma c’è stato un particolare che devo avere sentito al notiziario in tv che mi ha molto disturbato e che continua a venirmi in mente». Giusy Guerra si riferisce al dialogo riportato dai media tra l’unico carabiniere a non essere finito sotto inchiesta di Piacenza e suo padre. «L’uomo che è stato un carabiniere ed è in pensione spiega al figlio che “tutto questo gli deve servire come bagaglio di esperienza e aggiunge che di ‘cose storte’ ne vedrà tante nei piccoli reparti e pertanto gli consiglia, una volta fatta la sua esperienza decennale, di continuare la sua carriera in reparti dove può stare tranquillo”. Questo gli dice, non di denunciare. Il passaggio in cui dice che nelle piccole stazioni succede di tutto, a me ha fatto impressione. Anche la stazione di Carmignano di Sant’Urbano è molto piccola, come questo paese d’altronde». Poi fa una riflessione molto amara: «Per noi in fondo al tunnel c'è sempre il buio, per altri che invece hanno commesso abusi sono quasi certa che alla fine la luce ci sarà». 

Istituzioni

Mercoledì 29 la famiglia ha scelto di non organizzare nessuna commemorazione pubblica: «Le istituzioni non le rispettano sia coloro che abusano della loro posizione per avere dei vantaggi personali che chi solo perché ne fa parte si sente autorizzato a ogni tipo di comportamento. E le istituzioni non le rispetta chi non le sa difendere, anche da dentro, non solo da fuori». 

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