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Politica Sant'Osvaldo / Via Gasparino Barzizza

Sfratto, arrivano i blindati: «Il giudice ha snobbato anche l'Alto Commissario dell'ONU»

Gli attivisti di Unione Inquilini, Sportello Sociale di via Bajardi e Sportello Sociale Catai si erano appellati anche all'Onu che aveva dato loro ragione. Ma nonostante questo il giudice ha voluto ugualmente fosse eseguito. Critiche all'amministrazione comunale

Gli attivisti di Unione Inquilini, Sportello Sociale di via Bajardi, Sportello Sociale Catai accorsi a portare solidarietà a alla famiglia Sinagra-Cirjaliu e del loro figlio minore, si sono trovati di fronte a via Barzizza, due blindati della polizia ad assistere l'ufficiale giudiziario comandato dal giudice.

Giudice

«Un giudice che, per respingere il ricorso fondato sulla richiesta dei provvedimenti cautelari di sospensione dello sfratto e di assegnazione di abitazione adeguata alternativa, emanati d’urgenza dall’Alto Commissario ONU sui diritti umani, non l’ha nemmeno citata di striscio. Eppure quei diritti sono stati ratificati per legge dall’Italia. Così come, affermando che la casa non è un diritto inviolabile,  il giudice ha respinto l’eccezione di costituzionalità dello sfratto senza passaggio da casa a casa. Argomenti:  sentenze della Corte Costituzionale antiche superate dalle più recenti», ha commentato Cesare Ottolini di Unione Inquilini. «L’unico diritto umano riconosciuto - commenta polemico Ottolini - è il diritto di proprietà, evidentemente sacro ed inviolabile al quale non si può richiedere nemmeno una piccola proroga, cioè di svolgere la funzione sociale stabilita dall’art. 42 della Costituzione. Nemmeno se, come dimostrato in questo caso, il locatore è davvero un multiproprietario.

Lo scontro

Cesare Ottolini, di Unione Inquilini, attacca l'amministrazione comunale: «L’assessora alla casa e ai diritti umani, Francesca Benciolini, è stata irremovibile: una stanza precaria alla Casa a Colori, esattamente quella che l’Alto Commissario ONU sui diritti umani ha bocciato in quanto viola le caratteristiche di “abitazione alternativa adeguata” stabilita dalla normativa. Questa deve essere infatti sicura, sostenibile economicamente, di metratura e caratteristiche tali da rispettare tutti i diritti umani e della stessa famiglia». Gli attivisti hanno contestato duramente l’”illegalità dello sfratto legale”, i danni derivanti dalle violazioni, in particolare del diritto alla salute, e lo sperpero di soldi per la Casa a Colori, che potrebbero servire invece a soluzioni strutturali. «L’assessora - prosegue Ottolini - dopo aver cercato di negare la cogenza di quanto richiesto dal Comitato ONU, ha provato a giustificare la non soluzione del caso con la grande quantità di sfratti da risolvere. Ha raccontato ancora che serve pazienza in attesa dei progetti.  E stato ribattuto che è esattamente perché ci sono tanti sfratti che serve un cambio di politiche, adesso, non continuare con lo stillicidio delle stanze precarie che dividono le famiglie e allontanano le soluzioni strutturali. Ad esempio: requisire gli alloggi ATER per assegnarli, assieme alle case comunali sfitte, anche in autorecupero, così come fanno alcuni ATER del Piemonte e della Toscana.  Così come sono necessari la regolazione degli affitti cominciando da quelli di breve durata, fondi per le case popolari e quello per gli affitti tagliati dal governo Meloni, non per le armi».

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