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Smart working: scontro Lonardi - Benciolini in consiglio comunale

Il consiglio comunale di lunedì 30 ha deliberato l’acquisto di strumenti informatici per allestimento di postazioni di lavoro per emergenza sanitaria. Contrario Lonardi: «Certe categorie favorite rispetto ad altre». Replica Benciolini: «Smart working non significa stare a casa»

Durante il consiglio comunale di lunedì 30 novembre, tra le delibere approvate anche quella inerente "l’acquisto di strumenti informatici per allestimento di postazioni di lavoro per emergenza sanitaria". Tra i contrari il consigliere Ubaldo Lonardi, che ha spiegato il perchè delle sue perplessità durante il consiglio che si è svolto in videoconferenza. «Mi pare vada a sancire - ha spiegato nel suo intervento in Consigliere prima della votazione - una modalità di lavoro che non deve diventare una regola. Un investimento strutturale di questo tipo va in una direzione chiara. Per questo sono perplesso». 

Smart working

Al consigliere Lonardi non piace proprio l'idea del lavoro da remoto, da casa: «Non stimo questa modalità di lavoro, soprattutto nella pubblica amministrazione. Lo vedo come un lusso che solo pochi si possono permettere, considerato che i lavoratori di cui stiamo parlando sono figure che già hanno rischi limitati visti gli spazi sicuri dove lavorano. Hanno le protezioni delle postazioni in plexiglass, hanno i dispositivi e possono mantenere le distanze. Non capisco perché alcuni lavoratori, pensiamo al personale sanitario in prima linea tutti giorni contro il Covid, devono rischiare la vita ed altri invece se ne possono stare a casa». Il consigliere poi mette in discussione il principio secondo il quale con lo smart woring aumenti la produttività: «Non è vero che è una modalità di lavoro che da maggiore produttività. Io su questo ho forti dubbi e invito l’amministrazione a verificare se i tempi di risposta sono aumentati o diminuiti al periodo pre Covid. Mi auguro invece che presto le persone rientrino al loro auspicando un ritorno alla normalità». 

Delibera

 Il consiglio comunale ha comunque deliberato la possibilità di acquistare tra le 500 e le 600 nuove postazioni, rinnovando i computer del Comune che attualmente non hanno né videocamere, né strumentazione audio e non  adatta ad essere trasportata. L'assessora Francesca Benciolini ha voluto replicare al consigliere Lonardi: «Vorrei precisare che l’istituzione dello smartwork all’interno del nostro Comune in questa fase segue le disposizioni ministeriali e favorisce una minore congestione all’interno degli uffici, normalmente non sempre ampli, e degli edifici comunali. Inoltre linita gli spostamenti all’interno della città e nei mezzi pubblici. E' una misura riservata in particolare alle persone che abbiano particolari necessità legate a motivi di salute propri, dei figli o a lunghi tratti di percorrenza e permette, in definitiva, di mettere in atto misure che evitano, come si è dimostrato, il diffondersi della pandemia all’interno del Comune cosa che, quando succede, impone l’inevitabile chiusura degli uffici interrompendo l’erogazione dei servizi».  

Risorse umane

«Al Consigliere Lonardi vorrei anche dire - ha aggiunto l'assessora Benciolini - che lo smart work, che con la Direzione Generale e il Settore Risorse Umane del nostro Comune stiamo seriamente monitorando fin dall’inizio del lockdown e in tutte le  fasi successive, non significa “stare a casa”. Lo smart work nasce nella pubblica amministrazione per garantire servizi e progetti con modalità diverse che permettano il raggiungimento di obiettivi in maniera più efficace. Nella sua applicazione ordinaria lo smartwork ha come obiettivo anche una migliore conciliazione tra i tempi lavoro e vita familiare  dei dipendenti che ne usufruiscono, sempre e solo alcuni giorni alla settimana. In questa fase pandemica lo smartwork ha l’obiettivo di garantire la salute di cittadini e dipendenti senza per questo far venire meno i servizi che un Ente locale deve erogare». L'assessora ha poi voluto entrare nel merito anche di un'altra considerazione fatta dal consigliere Lonardi: «Se siamo consapevoli e riconoscenti che il personale sanitario in questo momento è in prima linea e sta rischiando la propria salute per gestire questa situazione pandemica, crediamo che fare di tutto perché il minor numero di persone si ammali vada proprio nella direzione di “stare dalla loro parte” facilitando il loro gravoso compito per la salute di tutta la nostra comunità».

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