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Comune di Padova si astiene: non passa nuovo statuto della Provincia

L'ente avrebbe dovuto dotarsi di un nuovo statuto entro il 30 giugno. Ma, all'assemblea dei sindaci, il voto di palazzo Moroni che ha la quota più rilevante per numero di cittadini, ha impedito il via libera

Esito negativo nella votazione per l’approvazione del nuovo statuto della provincia di Padova, licenziato all’unanimità dal consiglio provinciale venerdì scorso, per l’astensione del comune di Padova che, all’assemblea dei sindaci convocata nella sede di piazza Bardella lunedì, rappresentava la quota più rilevante per numero di cittadini. Così come disposto dalla "legge Delrio", il nuovo ente di coordinamento territoriale, nato il 1° gennaio 2015 sulle ceneri delle vecchie Province, avrebbe dovuto dotarsi di un nuovo statuto per il proprio governo entro il 30 giugno 2015. Non essendo stato approvato (5 astenuti, nessun contrario, su 54 votanti), la Provincia gode ora del cosiddetto "potere sostitutivo" fino alla nuova assemblea, che verrà riconvocata quanto prima e alla quale verrà ripresentato il documento già approvato dal consiglio, poiché non vi è stato alcun rilievo tecnico.

IL PRESIDENTE SORANZO. "Sono molto amareggiato e perplesso dalla posizione assunta dal vicesindaco Eleonora Mosco – dichiara il presidente della Provincia, Enoch Soranzo - che motiva la sua astensione per la mancanza di condivisione nell’adozione del nuovo statuto. Ma come? La bozza del documento era stata elaborata da una commissione composta da consiglieri provinciali, rappresentanti anche della cosiddetta opposizione, e da sindaci, che avevano condiviso in diversi incontri un percorso comune destinato soltanto alla buona amministrazione di tutto il territorio padovano. Venerdì scorso, dopo aver discusso la proposta, e approvati gli emendamenti presentati dai consiglieri provinciali, che sono peraltro anche rappresentanti del comune di Padova, lo statuto era stato approvato all’unanimità dal consiglio, che così facendo aveva dimostrato grande senso di responsabilità e la ferma intenzione di voler lasciar fuori la politica dalla buona amministrazione. Mi riservo ora di verificare con il sindaco Massimo Bitonci la ragione di un atteggiamento ostativo, che ha recato un danno soltanto ai cittadini, non certamente all’ente Provincia, e ha dimostrato allo stesso tempo grande mancanza di rispetto verso tutti i sindaci del territorio".

IL CONSIGLIERE GOTTARDO. “Il comune di Padova –sottolinea il consigliere delegato Vincenzo Gottardo, vicesindaco di Campodoro - ha dimostrato, tramite la sua rappresentante Eleonora Mosco, di avere più interesse ai dispettucci politici post elettorali piuttosto che al buon andamento di un ente di governo territoriale. Il principio fondamentale che aveva sempre ispirato il nuovo statuto era stato proprio la tutela dei Comuni più piccoli, e per questo più fragili, e come rappresentante di un’amministrazione di 3mila abitanti, non posso che rilevare la strafottenza del comune di Padova che, grazie ai suoi 220mila abitanti su poco più dei 900mila di tutto il territorio provinciale, ritiene di poter decidere e imporre le sue scelte anche alle realtà più piccole".

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