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Uno striscione per non far abbassare l'attenzione sul caso delle piscine Carlo Pedersoli

Undici operai sono ancora in attesa dello stipendio. La Cgil vuole tenere la luce accesa sul loro caso e chiama tutti alle proprie responsabilità

«Il Comune di Selvazzano non speri che ci siamo dimenticati dei lavoratori che hanno lavorato per realizzare un'opera a vantaggio del territorio e che da più di 7 mesi aspettano i loro compensi». I sindacalisti della Cgil hanno appeso uno striscione con scritto “Rispetto e dignità per i lavoratori”.  E' stato affisso davanti alle reti che circondano il cantiere, ormai bloccato da parecchi mesi, “Piscine Carlo Pedersoli” di Selvazzano.

Striscione 

«Con questo gesto - commenta  il Segretario Provinciale Francesco Campa - intendiamo far capire a tutti, in primis al Comune di Selvazzano, che da parte nostra non vi è nessuna intenzione di dimenticarci della vergognosa situazione in cui si trovano gli 11 incolpevoli operai che fino a qualche mese fa erano impegnati nel cantiere e che dopo qualche mese passato senza ricevere lo stipendio hanno deciso di denunciare quanto avvenuto. Speravano, allora, di ricevere la solidarietà concreta del Comune di Selvazzano, cosa che purtroppo, ci è dispiaciuto constatarlo, non è avvenuta».

Lavoratori

«La situazione di questi lavoratori è disperata, per essere ottimisti,  – prosegue il sindacalista della Fillea Cgil di Padova – e tutti i soggetti responsabili ad oggi non hanno dato risposte. Ribadisco: non ci si può nascondere dietro a dei cavilli giuridici per ovviare alle proprie responsabilità. Inaccettabile e vergognoso l’assordante e prolungato silenzio del Comune di Selvazzano a cui abbiamo rivolto un chiaro appello che, ad oggi, non ha ricevuto nessun riscontro».

Latitanza

«Riteniamo grave – conclude Francesco Campa – questa latitanza del Comune, nei confronti di questi lavoratori, impiegati per una sua opera pubblica. Dispiace che in municipio si siano dimenticati di essere un'istituzione pubblica con precise responsabilità morali e sociali  nei confronti dei cittadini, categoria a cui appartengono anche gli 11 lavoratori (e relativi familiari) rimasti senza stipendio. Ma una cosa sia ben chiara: noi non abbandoneremo questi lavoratori e continueremo a stare al loro fianco finchè non sarà riconosciuto loro quanto dovuto e che hanno maturato col loro sudore».

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