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Vigonza: sciopero ai magazzini Amazon

La Filt Cgil: «Insostenibili le condizioni di lavoro in cui operano i dipendenti che per miseri stipendi sono sottoposti a ritmi di lavoro intollerabili e sono costretti a rispettare tabelle di marcia che mettono costantemente a rischio la loro, e altrui, incolumità»

Dopo una trattativa iniziata circa un anno fa e due incontri risoltisi con un nulla di fatto, la Filt Cgil di Padova, su richiesta dei lavoratori iscritti che effettuano le consegne del magazzino di Amazon di Vigonza, ha deciso di proclamare uno sciopero per l'intero turno di consegne per lunedì 15 febbraio a partire dalle 06 e 30 del mattino. I lavoratori si riuniranno in un presidio, davanti alla sede di Amazon di via Spagna 25 di Vigonza (nella zona artigianale di Peraga), fino al termine dello sciopero. «I motivi dello sciopero – spiegano Massimo Cognolatto e Romeo Barutta – sono molteplici e riguardano gli addetti alla distribuzione dei prodotti di Amazon, circa 400 lavoratrici e lavoratori di cinque società esterne che lavorano in appalto per Amazon e che aderiscono all'Associazione Datoriale ASSOESPRESSI. Si tratta proprio di quelle lavoratrici e lavoratori che guidano i furgoncini bianchi e che fanno materialmente le consegne a domicilio. Lo hanno fatto anche nel periodo di lockdown, durante il quale, ricordiamo, non si sono mai letteralmente fermati».

Motivazioni

«Come già detto – proseguono i due sindacalisti della Filt Cgil – i motivi sono diversi ma sono tutti riconducibili alle insostenibili condizioni di lavoro in cui operano questi dipendenti che per miseri stipendi (che chiedono, giustamente, di aumentare) sono sottoposti a ritmi di lavoro intollerabili e sono costretti a rispettare tabelle di marcia che mettono costantemente a rischio la loro, e altrui, incolumità. È già successo che nel ritmo frenetico delle consegne questi lavoratori si siano trovati coinvolti in incidenti, talvolta mortali. Senza considerare che gli eventuali danni ai mezzi sono tutti a loro carico, che devono assicurare una disponibilità di 7 giorni su 7 e che, anche sul fronte delle misure contro la pandemia, lamentano scarsa attenzione e protezione, per esempio per quel che riguarda la sanificazione dei mezzi».

Primo passo

«Davanti a tutto questo – concludono Cognolatto e Barutta – l'atteggiamento di Amazon e di ASSOESPRESSI nei confronti delle problematiche sollevate da questi lavoratori si è rivelato deludente, per non dire irritante. Quando abbiamo chiesto di avviare una trattativa su queste questioni ci hanno risposto positivamente ma rilanciando e chiedendo un tavolo regionale che affrontasse i problemi dei lavoratori di tutti i magazzini che operano in Veneto. Credendo nella loro buona fede abbiamo accettato e ci siamo attivati a livello regionale salvo poi venire avvisati che si rimangiavano tutto e che la trattativa, adesso, la vogliono a livello nazionale. Nel frattempo, dopo un anno, i problemi dei lavoratori del magazzino di Vigonza sono solo aumentati senza ricevere nessuna risposta. Ecco perché scioperano. E se Amazon e ASSOESPRESSI continueranno a fare “melina”, lo promettiamo, questo sarà solo il primo passo».

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