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Politica

Violenza sulle donne, è bufera per le parole della presidente della commissione pari opportunità

Durante un webinar sul tema della violenza sulle donne e gli strumenti giuridici di tutela una frase pronunciata dalla Presidente della Commissione per le Pari Opportunità del Comune di Padova, Luciana Sergiacomi, sta scatenando un polverone

«....Molto spesso, ci sono delle donne che a volte fanno delle denunce assolutamente infondate per delle cose che in realtà o non sono vere o non sono così gravi...». Queste le parole pronunciate, durante un webinar sul tema della violenza sulle donne e gli strumenti giuridici di tutela, dalla Presidente della Commissione per le Pari Opportunità del Comune di Padova, Luciana Sergiacomi. Parole che stanno, e non poteva che essere così, sollevando un polverone.

Credere alla vittima

E' curioso notare come la richiesta di tutti gli operatori e le operatrici del settore, che predicano fiducia verso chi viene maltrattata, cozzano decisamente con quanto esposto da Luciana Sergiacomi nel passaggio incriminato. L'argomento, molto serio e delicato, sta per finire nel tritacarne del dibattito politico, con il rischio che ne venga sminuito il senso. 

Centro antiviolenza

Chi si occupa quotidianamente da anni di questa tematica sono le operatrici del centro antiviolenza di Padova. Immediatamente sono arrivate, da parte loro, dure critiche a Luciana Sergiacomi. A farne da portavoce è la Presidente, Mariangela Zanni, che si è detta sconcertata dalle dichiarazioni che ha sentito in quel webinar: «Le parole di Luciana Sergiacomi - sottolinea la Presidente del centro antiviolenza di Padova - sono a nostro parere gravissime proprio per il suo ruolo istituzionale di presidente della commissione pari opportunità che invece dovrebbe essere un presidio di difesa e promozione dei diritti delle donne. Nel nostro Paese c'è un problema culturale che rende difficilissimo per le donne ottenere giustizia. Lo rileva anche la Commissione per il femminicidio del Senato che  denuncia una scarsa o assente preparazione delle procure e degli/delle avvocati/e rispetto al tema della violenza. Di fronte a tutto ciò pagano le donne e i loro figli e figlie quando ci sono. Chiediamo maggior competenza e conoscenza del fenomeno quando si parla di un tema delicato e complesso che riguarda una donna su tre. 648 in provincia di padova dall'inizio dell'anno».

Amministrazione

L’assessora Marta Nalin, interpellata sulla vicenda, non vuole alimentare polemiche ma fa comunque notare che «il primo pensiero deve essere sempre rivolto verso chi ha bisogno di aiuto, chi ha bisogno di essere ascoltata. Le donne che hanno compiuto il percorso che le ha permesso di allontanarsi dalla violenza lo hanno fatto anche grazie alla presenza di operatori e istituzioni. Il nostro ruolo è importante in questo senso». Non una critica diretta certo, ma si intuisce che a fronte di certo protagonismo che ogni tanto prende la mano di qualcuno, o qualcuna, c’è sempre prima da pensare a chi ci si rivolge e questo cosa comporta come conseguenze.

La replica

La Presidente della Commissione per le Pari Opportunità del Comune di Padova, l’avvocata Luciana Sergiacomini, è assolutamente sorpresa di cosa hanno scatenato le sue parole: «A me non mi ha chamata nessuno e nessuno mi ha chiesto nulla. Sono davvero sorpresa che sia scoppiata questa polemica. Innanzitutto perché quell’incontro fatto alla Casa delle Donne è stato a maggio, mi sorprende quindi essere sotto attacco per una cosa detta mesi fa. Se fosse stata una cosa così strampalata perché nessuno dei partecipanti non ha detto nulla? Si da ancora una volta all’opinione pubblica l’immagine di essere donne contro donne. E poi non si può accusare me di essere una che alimenta stereotipi consolidati. La mia storia professionale parla da sola». E’ molto disponibile a chiarire ma anche per lei le polemiche di oggi sono un fulmine a ciel sereno: «Sono strabiliata e dispiaciuta. Abbiamo creato un tavolo per il protocollo anti violenza con l’assessora Nalin, siamo stati dai magistrati che hanno spiegato quanto sia delicato il momento della denuncia, non lo invento io che ci vuole attenzione. Sono specializzata in diritto di famiglia e per il fatto che sono andata a raccomandare alle donne di stare attente quando fanno le denunce, vengo attaccata così?». Non ha gradito le critiche da parte del Centro Antiviolenza: «Non ho motivo di alimentare polemiche ma quella rivoltami è una accusa assurda. E non ho idea del perché sia stata tirata fuori ora, decontestualizzata e a distanza di un sacco di tempo».

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