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Martedì, 23 Aprile 2024

Zaia: «I Padri costituenti erano federalisti. Contro l'autonomia chi non ammette il fallimento del centralismo»

Zaia a Padova rilancia sull'autonomia: «Se esiste un'Italia a due velocità, vuol dire che quel sistema ha fallito. Questo non lo sento mai dire. Prima di fare il processo alle intenzioni, facciamolo a quello che è successo»

Un Luca Zaia a tutto campo quello che si è ascoltato a Padova Congress nel tardo pomeriggio di martedì 17 gennaio. Ha toccato diversi temi di quelli che Lucia Annunziata, chiamata a moderare una nuova presentazione del libro del Presidente della Regione, "I pessimisti non fanno fortuna". In realtà si comincia parlando dell'opposto, ma per arrivare al senso del titolo e del libro, che è poi quello di saper cogliere le opportunità. 

«In futuro, quando guarderanno a questo periodo storico, diranno che siamo stati degli "sfigati" - usa proprio questo termine, il Presidente -  a vivere un periodo così tragicamente unico,  con due "Cigni neri": il Covid e la guerra in Ucraina. Sono pochissimi i periodi nella storia in cui avvengono due eventi del genere». E qui arriva la sottolineatura: «Questo è un periodo storico difficile. Ma è proprio dai momenti più difficili che nascono le condizioni per trasformare l'esistente in opportunità». E l'opportunità, per Luca Zaia, non può che essere l'autonomia del Veneto. Lucia Annunziata, che definisce il libro un lavoro inusuale per come è costruito, con richiami al suo passato e le sue idee per il futuro, punzecchia Zaia sull'autonomia. Cita Gianfranco Fini che proprio nella trasmissione dell'Annunziata, in Mezz'ora in onda su Rai 3 ogni domenica, ha dichiarato: «Senza fondo di compensazione - ha commentato Fini parlando dell'autonomia - metteremmo a rischio l'unità nazionale. Si faccia ma con modo perchè la fretta è cattiva consigliera e se la riforma si fa male c'è questo rischio». L'Annunziata lo incalza facendo notare che c'è chi resterebbe indietro? «Ah, invece è etico spartirsi la miseria?», risponde prontamente Zaia, che poi argomenta: «A me non risulta che paesi federalisti come Germania, Usa o altri, non siano percepiti come nazioni. Se esiste un'Italia a due velocità, vuol dire che il centralismo ha fallito. Questo però non lo sento mai dire. Prima di fare il processo alle intenzioni, facciamolo a quello che è successo». Zaia si spinge ancora più in là. Prima però non risparmia una battuta, sottile sottile, a chi è più contrario alla sua idea di autonomia, gli alleati di Fratelli d'Italia. «Ormai non si dice più paese, si deve dire nazione». Lo dice un attimoprima di fare una considerazione sulla Costituzione, non sminuendone l'importanza ma invece dandone una lettura che, magari per qualcuno, potrebbe risultare ardita: «I Padri Costituenti erano autenticamente federalisti, e non poteva che essere così. I tedeschi sono riusciti a dare vita a una costituzione federalista, ma con una ricaduta autenticamente federalista».

Zaia Annunziata

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