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Zaia: «Rimuovere il direttore medicina legale non è mia competenza. Bisogna attendere le sentenze»

Interrogato sui casi che coinvolgono l'istituto di Medicina Legale, il Presidente Zaia: «Non assolvo nessuno. I tribunali sono gli unici titolati a emettere sentenze. Eventualmente spostare quella persona è competenza dell'Università»

Il Presidente del Veneto Luca Zaia si trova ad Arsego all'Antica Fiera per consegnare dei premi e far visita alla manifestazione. Come sempre in questi casi si concede alla stampa che lo vuole interrogare su diverse questioni di attualità. Non potevamo quindi non chiedere a Zaia una sua impressione sulle vicende che rischiano di rovinare la reputazione all’istituto di Medicina Legale dell’azienda ospedaliera, uno dei fiori all’occhiello della sanità veneta. Da un lato vi è l’inchiesta penale sulle presunte manomissioni dei test sulla patente, che avrebbero favorito alcune persone tossicodipendenti nel riottenere il foglio di guida nonostante la sospensione, e che vede il direttore di medicina legale Massimo Montisci indagato per Falso insieme ad altre cinque persone. Dall’altro c’è la morte Cesare Tiveron, scooterista ucciso nel 2016 dall’auto blu di Domenico Mantoan, in questo caso è finita nella lente della procura la perizia di Montisci, che sembra scagionare l’autista di Mantoan (sostenendo che Tiveron è morto d’infarto qualche secondo prima di schiantarsi contro l’auto) e smontata da cinque luminari nominati dal giudice. I due temi sono stati più volte sollevati in consiglio regionale, dove è stato chiesto di sollevare, almeno in via precauzionale, Montisci dal suo incarico. Inevitabile quindi chiedere a Zaia, una sua dichiarazione su questo argomento: «Io non assolvo nessuno, però è pur vero che fino a che c’è la democrazia si aspettano i tribunali, gli unici titolati a emettere sentenze». Poi ribadisce: «La nostra posizione è la stessa in tutte le vicende di questo tipo. Fiducia nella magistratura, io non posso mettere nessuno sul banco degli imputati».

A quel punto insistiamo, anche perché ci sono state anche delle interrogazioni in consiglio regionale sulla posizione del professor Montisci, c’è anche chi auspicherebbe uno spostamento da un ruolo così delicato. Il governatore perde per un attimo la pazienza, poi torna disponibile e risponde. «Cosa dovremmo fare? Spostare una persona senza neppure avere una sentenza a suo carico?». Quello che in molti chiedono, chiariamo, è un segno di discontinuità, un segnale dalla Regione. L'istituto di medicina si occupa ogni giorno di perizie legali, è necessario che sia un luogo trasparente. «I segni - chiarisce Zaia - si danno con le condanne. Io non sto né da una parte né dall’altra. Inoltre su quel ruolo a medicina legale, non spetta a noi decidere, è competenza dell’università. Dovrei intervenire prima dell’intervento dei tribunali, chiedere all’università di spostare questa persona e magari poi viene assolta. Di certo io non sto a difendere questo signore non mi intrometto in queste cose». A onor di cronaca, è necessario sottolineare come l’Università sia intervenuta più volte sospendendo, almeno in via cautelativa, i docenti coinvolti in scandali giudiziari. Anche nel caso del professor Montisci l’Ateneo aveva fatto sapere di aver aperto un’informativa interna. Nessuna decisione è stata ancora ufficialmente comunicata.
 

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