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ELEZIONI 2022

Zaia tirato dentro la campagna elettorale, Peghin: «Giordani vuole cacciarlo dal Veneto»

La replica del sindaco: «Io e il presidente siamo due amministratori leali l'uno nei confronti dell'altro e soprattutto dei padovani». Poi l'attacco personale di Bitonci, nel giorno in cui ricorrono 5 anni dall'ictus che lo colpì nel 2017, quando i due si giocarono la partita a Palazzo Moroni

Il presidente della Regione Luca Zaia finora non è mai entrato direttamente in campagna elettorale per Padova. Quando all'inaugurazione del Centro Congressi gli è stata chiesta una posizione dai cronisti presenti, ha risposto di essere lì per un altro motivo («io queste cose non le faccio»), rimandando a momenti successivi un suo eventuale sostegno. In quella occasione il candidato del centrodestra Francesco Peghin è riuscito a scattarsi una foto con lui, che poi ha pubblicato sulla brochure elettorale inviata ai padovani, diventata famosa anche per la polemica legata ad un altro scatto, quello con Alex Zanardi. Sabato verrà presentata la lista della Lega. Zaia è stato annunciato ufficiosamente, ma la conferma non è ancora arrivata.

Letta

A tirare Zaia in qualche modo dentro è stato prima Peghin e poi Enrico Letta, il segretario del Pd che lunedì scorso è stato a Padova invece per sostenere ufficialmente Sergio Giordani: «I cittadini veneti hanno dato negli anni un giudizio più positivo del nostro, ma il tempo di Zaia come presidente del Veneto sta arrivando alla fine - le parole di Letta. Ha interpretato il suo ruolo come uomo solo al comando, insostituibile: gli sarà servito in questi anni, ma lascerà per il centrodestra un vuoto che noi abbiamo intenzione di colmare». Nel politichese significa che quando finirà l'era Zaia, il Pd dovrà farsi trovare pronto stavolta, a differenza degli ultimi vent'anni, dove non è mai stato in grado di contrastare minimamente il presidente della Regione. Peghin però le legge diversamente: «Il segretario del Pd, il vero partito del sindaco uscente, ha chiarito ufficialmente che Padova è terra di bandierine di sinistra – sostiene il candidato sindaco del centrodestra - .Che il futuro dei padovani per Letta e il suo sindaco non conti, lo avevamo capito benissimo in questi cinque anni, perché per loro prendersi Padova significa solamente cacciare Luca Zaia dal Veneto. Io e tre veneti su quattro la pensiamo in modo opposto e siamo orgogliosi di essere amministrati in Veneto da Zaia».

Giordani

«Io ho già dimostrato di essere un civico ma alleato del Pd, da cui però non prendo ordini, semmai consigli - la replica di Giordani a Peghin - mentre chi prende ordini dalla Lega, in particolare da Bitonci, mi sembra sia proprio chi mi accusa. Con Zaia non ho alcun problema e penso di dire una cosa che non sorprenderà nessuno. Siamo due amministratori, che in maniera leale hanno collaborato per produrre fatti in favore dei padovani come è giusto che sia. Io sono un sindaco, rispetto i partiti, ma non ho tessere in tasca, rispondo solo alla mia gente, alla mia testa e bado solo Padova». Letta aveva anche definito Giordani «un modello da esportare». Su questo è arrivato il commento dell'onorevole Massimo Bitonci: «Un modello di cosa? Se non è in grado di esprimere un ragionamento». Commento a cui Giordani, nel giorno in cui ricorrono i 5 anni dall'ictus avuto durante la campagna elettorale del 2017 proprio contro il leghista, non ha voluto replicare.

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