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Comitato SoS Sant'Antonio: «L'approdo di 7 Tesla a Padova non condiviso. Non serve»

Il movimento che si occupa di sanità respinge il progetto dell'azienda ospedaliera in collaborazione con l'amministrazione comunale, ritenendolo dispendioso e inutile

Il Comitato Sos Sant'Antonio si scaglia coontro amministrazione e azienda ospedaliera, pronte a portare a Padova 7 Tesla, la macchina per la risonanza magnetica che in tutto il sud Europa solo a Padova verrebbe usata anche per visitare pazienti. Come sostengono dal comitato, c'è già sia a Pisa che a Milano, ma lì viene utilizzata solo per la ricerca. «Visto il costo notevole, l’impatto strutturale organizzativo importante, la necessità di costruire un edificio ad hoc e la  sua funzione prevalentemente rivolta alla ricerca nel campo delle neuroscienze, le domande che ci poniamo sono molte - dicono dal comitato - .Costi e benefici di questa Rm in termini di tutela della salute della popolazione sono stati  quantificati? Chi pagherà? E soprattutto con quali soldi? E’ una priorità per la sanità padovana e veneta ? Quanti pazienti dal Veneto hanno necessità di questo tipo di Rm e sono costretti ad andare fuori Regione? E qualora ci fossero le risorse, ha senso metterla al Giustinianeo? Non sarebbe stato forse più appropriato collocarla a Padova Est, polo dell'alta specialità? E cosa succederà alla Rm e all'edificio che la ospita dopo la costruzione del polo di San Lazzaro?»

Considerazioni

«La Risonanza 7 T verrà  prevalentemente utilizzata per sviluppare l’attività di ricerca e sperimentazione clinica e certamente la scuola medica padovana deve avere tutte le risorse possibili - evidenziano dal comitato - per svolgere al meglio la sua funzione. Poiché già in passato finanziamenti per l’assistenza sanitaria ai cittadini erano stati destinati all’Università, ribadiamo che la Ricerca deve essere finanziata con i soldi della Ricerca e non possono e non devono essere sottratti ai fondi erogati dallo Stato per i Lea, cioè per le attività di cura della popolazione. I cittadini chiedono di poter accedere ad esami diagnostici “normali” in tempi ragionevoli e invece si trovano di fronte  liste d’attesa con  tempi biblici. Bisogna quindi  fare funzionare la normalità, ovvero prenotazione e disponibilità di esami strumentali di uso quotidiano e contemporaneamente sviluppare anche ricerca e cure, ma non una a scapito dell'altra, L’ approdo a Padova della RM 7 T e della sua casa è invece l’ esempio plastico di un solco sempre più profondo fra una ricerca medica sempre più avanzata e una sanità sempre più boccheggiante».

La politica

«La politica non deve abdicare al suo compito di programmare scegliendo per il futuro il bene pubblico e non può delegare questo compito all’Università che non ne ha le competenze né istituzionalmente la responsabilità e potrebbe essere tentata, come in questa occasione, di dare vita a  progetti eccezionali più utili a se stessa e alla sua competizione con gli altri centri di eccellenza  che alla salute del comune cittadino - chiudono dal comitato Sos Sant'Antonio - .L’eccellenza non è solo collegata all’alta tecnologia, ma è la capacità  di dare, in tempi congrui, risposte ai bisogni di salute dei cittadini senza che questi siano costretti a  spostarsi o rivolgersi a strutture private».

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