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Salute

Il monito di Scibetta: «Dopo il Coronavirus ricordatevi di chi è stato in prima linea»

Il direttore generale affida a una lettera un appello alla società paragonando il personale sanitario a soldati al fronte: «Dopo gli elogi sarebbe una bestemmia scaricarli domani»

É un appello accorato ma anche un monito severo quello lanciato da Domenico Scibetta, direttore generale della Ulss 6 Euganea, in difesa dei professionisti che affrontano in prima linea l'emergenza Coronavirus.

Facciamo la storia

«La nostra quotidianità, così densa di lacrime e sangue, con le mani intrise di sudore, i visi segnati dalle mascherine, i turni massacranti, il fruscio dei ventilatori e l'odore dei disinfettanti, le notti insonni, le preghiere laiche e mistiche, deve essere in grado di fare la storia - auspica Scibetta -. Che l’impegnativa ricerca della salute attuata da medici, infermieri, operatori sanitari e da tutti coloro che fanno parte di questo grande puzzle che si chiama salute pubblica insegni a onorare, rispettare, tutelare i nostri “soldati al fronte”. Professionisti che danno tutto se stessi, a costo talvolta della vita».

Professionisti da sempre

Il direttore punta il dito contro gli abusi di cui il personale sanitario rischia di andare incontro: «Se non riescono a fare il miracolo di strappare alla morte diventano facile capro espiatorio di lutti non accettati, come se la vita non fosse mortale. E tornano sotto gli occhi scene di professionisti messi alla gogna, costretti a difendersi da accuse scellerate, inaccettabili, profondamente fuorvianti» aggiunge auspicando che l'incredibile portata dell'emergenza non solo abbia messo in risalto il loro prezioso ruolo, ma possa dare anche in futuro una corretta visione della loro missione di vita. «In sanità non ci si improvvisa, non ci si inventa: i nostri professionisti erano e sono sempre stati straordinari. Finita questa guerra, che prevalga vigoroso e vibrante un profondo rispetto, nutrito da vera riconoscenza per l’intera categoria, per chi ha tentato in tutti i modi di non farvi strappare alla vita» insiste Scibetta che mette duramente in guardia: «Giustissimo ma offensivamente riduttivo riempirli oggi di elogi, fiori, abbracci, emoticon ed eroici canti. Una bestemmia scaricarli a mare domani. Non ci si lasci cogliere, vi prego, da quel morbo che è la memoria corta».

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