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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Non solo buono anche bello: l’aceto di Moscato Pahontu premiato per il packaging

Il Premio Oro è andato al prodotto dell'acetaia artigianale dei colli Euganei. «Questo riconoscimento gratifica ancora di più la nostra continua ricerca verso la bellezza, il rispetto per l'ambiente e l'originalità passando sempre e soprattutto per l'altissima qualità del nostro aceto»

I primi giorni di febbraio 2021 l’Aceto di Moscato Pahontu è stato protagonista di uno dei più interessanti eventi di promozione della cultura dell’olio e dell’aceto, l'Olio Officina Festival, risultando fra i premiati del concorso internazionale di packaging, visual design e innovazione "Le forme dell'Aceto 2021", ricevendo il Premio Oro.

Tutto ha la sua importanza

La bellezza, la creatività, la funzionalità. Sono gli elementi cardine che rendono una bottiglia, come pure ogni altra confezione, in grado di suscitare la giusta attenzione da parte del consumatore nell’atto dell’acquisto. Sì, perché non conta più la sola qualità del contenuto, pur importantissima, anzi fondamentale, ma anche il contenitore, e in particolare la veste esterna, l’abito, compresa la scelta dei materiali utilizzati. Tutto ha la sua importanza, tanto più oggi, che all’immagine si riserva un peso maggiore, soprattutto quando si tratta di scegliere un prodotto.

La qualità

La qualità totale: qualità nutrizionale, qualità sensoriale ed edonistica, qualità estetica, qualità funzionale – già, perché oltre alla bellezza ha valore anche la funzionalità dei contenitori, la loro ergonomia.

«Sin da quando abbiamo iniziato a pensare e a produrre il nostro aceto, desideravamo realizzare qualcosa che ci permettesse di valorizzare e nobilitare un ingrediente, che come altri ritenuti umili, è vittima di pregiudizio. Sapevamo fin dall'inizio che volevamo qualcosa che parlasse di qualità e bellezza. Per questo capimmo che l'essenziale risiedeva semplicemente in quelle due parole. Perciò, da subito, abbiamo fatto nostri questi concetti producendo un aceto di vino dalle proprietà organolettiche uniche affiancato da un packaging prezioso e distintivo, rispettoso dell'ambiente, ma soprattuo bello da vedere e in grado di entusiasmare i nostri clienti.

Oggi, possiamo affermare che la perseveranza porta sempre i suoi frutti. Siamo molto orgogliosi che il concorso internazionale di packaging, visual design e innovazione, Le Forme dell'Aceto 2021 di Olio Officina, abbia premiato la nostra bottiglia di Pahontu Moscato l'Aceto da 200 ml con il PREMIO ORO.

Questo riconoscimento gratifica ancora di più la nostra continua ricerca verso la bellezza, il rispetto per l'ambiente e l'originalità passando sempre e soprattutto per l'altissima qualità del nostro aceto. Per noi fare aceto è un’arte, è il piacere di dare un leggero respiro di gusto alla cucina»- spiegano i due fondatori Mauro Meneghetti e Simona Pahontu

Il concorso

"Le forme dell'Olio e dell’Aceto" è un concorso che vuole valorizzare l'innovazione, la funzionalità e il design del packaging dell’olio e dell’aceto. Vincono la bellezza e la funzionalità. Il premio "Le Forme dell’Olio e dell’Aceto" vuole essere un omaggio e un riconoscimento alle imprese più innovative e coraggiose.

Concept e packaging Pahontu Moscato l’Aceto

L’aceto Pahontu, un’eccellenza che nasce con l’intento di valorizzare e nobilitare un prodotto, che come altri prodotti ritenuti umili, è sottovalutato, è vittima di pregiudizio e ha perso la sua dignità di prodotto di qualità.

Il processo di valorizzazione passa anche attraverso il packaging prezioso. L’aceto Pahontu ha una veste molto distintiva: viene racchiuso in bottiglia da 200 ml di vetro trasparente di forma cubica, dalla quale traspare in tutto il suo splendido colore ambrato, chiusa con un tappo dorato- il cappello del Doge- che si ispira al copricapo indossato dai Dogi al tempo della Serenissima.

Uno scrigno minimale ideale per arricchire una tavola apparecchiata con cura, conservare e senza dubbio regalare. Un packaging speciale e ricercato rendono Pahontu Moscato L’Aceto elegante ed unico.

La storia

Acetaia Pahontu è il frutto della ricerca, della passione, dell’amore e dell’artigianalità  per quello che dovrebbe essere riconosciuto a tutti gli effetti come un prodotto di qualità, proprio come lo è  anche la materia prima utilizzata, il vino moscato. Per l’aceto Pahontu viene utilizzato il miglior vino moscato biologico e biodinamico senza solfiti aggiunti dei Colli Euganei. Il prodotto finale è un aceto dal profumo complesso di sambuco, penetrante, gradevole e sapido, grazie alla mineralità tipica del terreno dei Colli Euganei, insieme ad un sapore agro ben equilibrato con sfumature vellutate e fruttate tipiche del moscato. L’aceto Pahontu, un’eccellenza che nasce con l’intento di valorizzare e nobilitare un prodotto, che come altri prodotti ritenuti umili, è sottovalutato, è vittima di pregiudizio e ha perso la sua dignità di prodotto di qualità.

L’Acetaia Pahontu è l’unica acetaia che produce aceto di vino nei Colli Euganei in provincia di Padova ed è stata fondata da Mauro Meneghetti, restaurant Manager nel Gruppo Alajmo, sommelier formatore e docente del Master della Cucina Italiana e Simona Pahontu, giornalista e comunicatrice.

Il credo dei due fondatori dell’Acetaia Pahontu, Mauro Meneghetti e Simona Pahontu, prevede che l’aceto sia integro, cioè non diluito con acqua, che venga affinato in botti di legno senza il controllo delle temperature né del tempo (l’aceto Pahontu rimane in botte almeno un anno) e disconosce l’utilizzo della cosiddetta “madre” considerata un falso mito nel mondo degli aceti: “si tratta di un agglomerato cellulosico di natura batterica inutile al processo che, depositandosi sul fondo, può anzi creare odori sgradevoli”, spiegano i fondatori. Semplici regole da seguire per la produzione di un buon aceto: una materia prima di qualità, non diluita e che non sia scarto di altre produzioni; i tempi legati al passare delle stagioni rispettati senza forzature meccaniche che andrebbero ad alterare le qualità organolettiche della materia prima; nessun intervento sulla temperatura per rispettare i profumi e gli aromi originari che attraverso l’ossidazione evolvono e si arricchiscono. Attualmente, l’aceto Pahontu, è tra gli aceti con acidità più alta sul mercato (10 vol.) volutamente tenuta naturale per mantenere intatto il corredo aromatico del vitigno di partenza, il moscato.

Un buon aceto non solo sull’insalata, ma sul bollito di carni miste, sulla pasta e fagioli, sul pesce, su fichi caramellati, sulle frittate, specie se di erbe, sulle uova, sul frico di formaggio Montasio, sulla crema di uova sode, capperi e maionese da abbinare agli asparagi, su crudi di pesce, sulle capesante grigliate. E ancora per conservare le verdure, sul risotto mantecato, nella salsa tonnata, su gamberoni al vapore, sulla piovra, sull’anguilla in carpione o fritta, sul tonno ai ferri, sulla frittata di cipolla di Tropea… Essendo l’aceto Pahontu anche un “aceto da bere”, la mattina in un bicchiere d’acqua: un cucchiaio di aceto, un cucchiaino di miele e un pizzico di sale è fonte di sali minerali e benessere per l’organismo.

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