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Porte aperte alla Torre della Ricerca pediatrica: 250 studenti e specializzandi in visita

La Torre della Ricerca di Padova è tornata ad accogliere gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado e ha coinvolto gli specializzandi di Pediatria dell’Università di Padova, in un progetto unico in Italia. 250 ragazzi, ragazze e giovani medici in formazione che hanno conosciuto i ricercatori che lavorano all’Istituto di Ricerca Pediatrica, visitato i laboratori, fatto esperimenti e usato gli strumenti di ricerca

La Torre della Ricerca di Padova è tornata ad accogliere gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado dopo lo stop imposto dalla pandemia e ha coinvolto gli specializzandi di Pediatria dell’Università di Padova, in un progetto unico in Italia. 250 ragazzi, ragazze e giovani medici in formazione che hanno conosciuto i ricercatori che lavorano all’Istituto di Ricerca Pediatrica, visitato i laboratori, fatto esperimenti e usato gli strumenti di ricerca.

Scuole

Tre giorni di scoperte, incontri e tanta scienza con lo scopo di far avvicinare i giovani alla ricerca di laboratorio e far conoscere l’eccellenza che è l’Istituto di Ricerca Pediatrica. Per i ragazzi la Torre della Ricerca ha aperto le sue porte per due giorni di open day. La prima giornata è stata dedicata a 70 studenti delle scuole secondarie di primo grado di Agna (PD), Villaverla (VI) e Cervarese Santa Croce (PD). I ragazzi hanno conosciuto i ricercatori e, divisi in tre gruppi, a rotazione, hanno svolto con loro attività diverse: osservazione di cellule al microscopio, estrazione del Dna delle banane e l’osservazione di pesci, mosche e vermi che vengono utilizzati in laboratori per studiare le malattie rare e quelle genetiche. Il secondo giorno è stato l’Istituto Scalcerle di Padova a visitare l’Istituto di Ricerca Pediatrica. Le classi quinte dell’indirizzo sanitario, una settantina di studenti, hanno trascorso la mattina in Torre e anche per loro sono state pensate delle attività scientifiche che li incuriosissero e avvicinassero al mondo scientifico. Divisi in tre gruppi hanno usato il microscopio, ascoltato cos’è e come funziona la bioinformatica e capito come si scrive un articolo scientifico. Entrambe le mattinate sono terminate con un intervento sui corretti stili di vita.

Specializzandi

L’Istituto di Ricerca Pediatrica di Padova ha anche accolto gli specializzandi in Pediatria dell’Università di Padova insieme alla quale è stato lanciato il primo progetto pilota in Italia che prevede l’avvicinamento degli specializzandi in questo ambito alla ricerca clinica e traslazionale. Il prof. Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento di Salute della donna e del bambino e Direttore scientifico di IRP ha affermato che il progetto con l’Università di Padova «vuole essere un valido strumento per gli specializzandi in formazione nell’ambito della Pediatria per fornire loro i fondamenti metodologici per la ricerca clinica e traslazionale, e produrre articoli originali e revisioni scientifiche nelle diverse aree tematiche che riguardano la cura del bambino». Un progetto unico in Italia e strutturato in due fasi: in quella iniziale hanno partecipato 80 specializzandi che hanno realizzato 22 pubblicazioni scientifiche su argomenti che riguardano la pediatria. Le ricerche, firmate dagli specializzandi, sono state pubblicate sulla rivista scientifica «Frontiers in Pediatrics» all’interno del research topic “Hot Topics in Pediatrics”. Un importante riconoscimento per il lavoro svolto, che li potrebbe motivare a imboccare la strada della ricerca.

Torre della Ricerca Pediatrica

La seconda fase si è spostata nella Torre della Ricerca Pediatrica. Qui una cinquantina di medici in formazione ha visitato i laboratori e ascoltato le parole dei ricercatori che hanno parlato dei progetti in corso e di medicina traslazionale in Oncoematologia pediatrica, malattie rare, medicina rigenerativa in Pediatria, metabolomica in Pediatria e Neonatologia. Il prof. Maurizio Muraca, Coordinatore scientifico di Irp ha ricordato agli specializzandi che fare ricerca di laboratorio «vuol dire acquisire indipendenza e autonomia e un punto di vista critico. Aiuta a ragionare in modo diverso anche nel trattare il paziente».

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