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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Dalla Basilica di Sant'Antonio a Londra: tre opere di Donatello protagoniste Oltremanica

Il Crocifisso, Il Miracolo della Mula e l’Imago Pietatis di Donatello, fondamentali opere del maestro fiorentino ospitate nella Basilica del Santo di Padova, sono ora protagoniste assolute della grande mostra al Victoria and Albert Museum di Londra, intitolata “Sculpting the Renaissance”

Il Crocifisso, Il Miracolo della Mula e l’Imago Pietatis di Donatello, fondamentali opere del maestro fiorentino ospitate nella Basilica del Santo di Padova, sono ora protagoniste assolute della grande mostra al Victoria and Albert Museum di Londra, intitolata “Sculpting the Renaissance” (Scolpire il Rinascimento).

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Si tratta dell’ultima tappa del ciclo di tre eccezionali appuntamenti con la scultura di uno dei grandi protagonisti dell’arte italiana. Le precedenti occasioni erano state, con il titolo di ”Donatello - L’Inventore del Rinascimento”, a Firenze (Palazzo Strozzi e al Museo Nazionale del Bargello, curata da Francesco Caglioti) e ai Musei Nazionali di Berlino, a cura di Neville Rowley, responsabile di arte italiana antica e della relativa collezione di scultura presso la Gemäldegalerie, insieme allo stesso Caglioti, Laura Cavazzini e Aldo Galli. La mostra ha vinto il prestigioso Apollo Award negli Stati Uniti come la migliore del 2022 a livello mondiale, ed è stata ritenuta in assoluto la migliore dell’anno anche da Il Giornale dell’Arte. A Londra la curatrice è Peta Motture, che ha potuto integrare il percorso espositivo con altre opere, provenienti dalle collezioni britanniche, e con una nuova narrazione. Ad esempio, il Miracolo della Mula è stato accostato ad un importante disegno preparatorio della Cappella Ovetari di Andrea Mantegna, dal British Museum.

Donatello a Padova

Per la prima volta le nuove sale espositive del Victoria and Albert Museum hanno utilizzato, oltre all’impianto di illuminazione, anche i finestroni aperti alla luce naturale, opportunamente filtrata, per valorizzare ulteriormente le sculture in tutti i loro particolari. Racconta Peta Motture, curatrice della mostra: «L’idea di fondo che caratterizza questa mostra è quella di aprire una discussione su quali collaborazioni avesse Donatello, in relazione alla sua capacità di innovazione e alla sua ispirazione artistica. In questo percorso il ruolo di Padova è assolutamente cruciale. Quando si trasferisce in città nel 1443, restandoci per un decennio, raggiunge il vertice della sua evoluzione artistica e del suo impatto nell’arte di tutta l’Italia settentrionale. Il clima intellettuale a Padova era per lui stimolante, soprattutto per la presenza della bottega di Francesco Squarcione. Tanto che Donatello si avvalse della collaborazione di alcuni allievi dello stesso Squarcione per le proprie committenze padovane. Con il Crocifisso di Donatello al Santo si può notare la differenza, ad esempio, da quello precedente di Santa Croce a Firenze. A Padova l’artista trasforma il Cristo. Sente di certo un pathos che si porta dietro dal Medioevo, ma gli conferisce anche naturalismo e intensità. Una delle caratteristiche di Donatello, in particolare a Padova, è la sua capacità di ispirare devozione e di attingere dalle emozioni umane. Tutto questo interpretando la necessità di offrire opere adatte all’insegnamento verso i fedeli da parte della Chiesa».

Londra

La mostra londinese terminerà l’11 giugno e le opere faranno quindi ritorno in Basilica. I bronzi prestati sono stati seguiti in ogni fase della movimentazione e durante gli allestimenti espositivi da restauratori incaricati dalla Delegazione Pontificia e dal Ministero della Cultura, che hanno monitorato passo a passo la sicurezza e lo “stato di salute” dei capolavori. La Delegazione Pontificia esprime soddisfazione per questa grande operazione culturale di respiro internazionale, che ha permesso un approccio all’opera di Donatello in sedi di sicuro prestigio, allargando la conoscenza e gli studi dell’opera del grande maestro del Rinascimento. Una conoscenza che, attraverso centinaia di migliaia di visitatori in tre delle capitali culturali d’Europa, rendono il giusto risalto ai tesori di arte e di fede custoditi nella Basilica del Santo.

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