Intercettazioni e religione: conflitto etico
Nel web e via mail non si attenuano le polemiche dopo le intercettazioni sul caso Rewamping di Monselice. Come già noto, il Comitato E Noi della medesima località, poco tempo fa ha reso pubbliche le conversazioni telefoniche tra il sindaco Lunghi, il suo vice Mamprin e altri "attori" inseriti nel contesto, una vicenda che ha calcato le cronache degli ultimi anni, con fazioni contrapposte tra chi era a favore e chi no.
I retroscena che seguono, sono vere e proprie rivelazioni sulle posizioni effettive dei politici coinvolti ed offrono una visione cruda e smaliziata di certe figure pubbliche che se ufficialmente abbozzano un certo "bon-ton" di facciata, nelle conversazioni private ed apparentemente riservate, si scatenano e si trasformano in triviali sproloqui ed offese, con termini ed aggettivi coloriti.
Fin qui nulla di nuovo sotto al sole, tuttavia la polemica ora prende un versante diverso da quello oggettivo del Rewamping, alla Italcementi, ipotesi oramai decaduta. L' attenzione ora si sposta infatti sul crinale morale, etico ed educativo, ovvero là dove certe dichiarazioni del vice sindaco Mamprin offrono il fianco all'interrogativo: "Può essere condotto un compito così delicato nella formazione degli studenti rispetto quindi certi valori cristiani essenziali, etici, morali, da un insegnante in netta contraddizione e, di fatto, in antitesi con il giusto esempio che dovrebbe altrimenti dare un docente di religione?"
L'obiezione si riferisce alle improperie ed insulti, intercettati dagli inquirenti e proferiti all'indirizzo dei soggetti via via colpiti dalla "scure" dialettica dell'amministratore politico ed insegnante di religione, "peraltro distintosi nell' evidenziare strategie e geometrie politiche che mal si coniugano con la mitezza, la temperanza e la salvaguardia dei valori cristiani".
"Comportamento inappropriato ed inopportuno che non si addice proprio al ruolo ed all'importanza del riferimento educativo e formativo al quale un insegnante deve necessariamente riferirsi ed attenersi" tuona la frangia degli antagonisti, aggiungendo "oltre a dare un brutto esempio, distorce quei valori che proferisce consapevole di non interpretarli coerentemente, ma anzi disprezzandone il valore ed i contenuti".
Genitori, familiari, parenti di giovani studenti e non solo, hanno così paventato l'ipotesi di una allargata sensibilizzazione popolare, una sorta di neo "guerra santa" informatica con l'invio di email alla Diocesi di Padova ed Enti religiosi, obiettando e non ammettendo categoricamente che "una persona che dimostra certi comportamenti, con aggiunta di epiteti e volgarità, così come evinto dalle intercettazioni, non possa serenamente essere un coerente "portavoce" educativo di un insegnamento così delicato ed importante come quello di "religione".