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Da togliere il fiato: lo splendido "Tattoo Wall" di Milo Manara per l'Istituto Anatomico dell'Università

In occasione del Centenario dell’Istituto Anatomico dell'Università di Padova il maestro fumettista Milo Manara ha realizzato un maxi-murale verticale

In occasione del Centenario dell’Istituto Anatomico dell'Università di Padova il maestro fumettista Milo Manara ha realizzato un maxi-murale verticale.

Istituto Anatomico

La Scuola anatomica patavina è intimamente legata all’eredità storica, scientifica e culturale dell’Università di Padova, prossima alla celebrazione degli 800 anni dalla fondazione. La Cattedra di Anatomia di Padova, celebre in tutto il mondo, ha visto succedersi i più rinomati anatomisti della Storia della Medicina da Bruno da Longobucco ad Andrea Vesalio fino a Giovan Battista Morgagni. A continuare la tradizione sorgono gli Istituti Anatomici, eretti nel 1922 su progetto del Fondelli in prossimità dell’ospedale Giustinianeo, che rappresentano tutt’oggi una fonte inesauribile di risorse per la ricerca e la formazione anatomica. L’Aula Falloppio, situata all’interno dell’Istituto di Anatomia umana, è uno splendido teatro anatomico che, nonostante la storicità, non ha mai smesso di ospitare la pratica morfologica per eccellenza: la dissezione del cadavere. L’Atrio dell’Istituto, che ospita alcune delle collezioni di preparati anatomici del “Museo G.B. Morgagni”, dà accesso al piano superiore, ove sono collocati i Laboratori e la Biblioteca. Il collegamento degli ambienti, ove la tradizione morfologica si afferma nella sua concretezza, avviene attraverso lo scalone monumentale, orgogliosa testimonianza dell’architettura di inizio Novecento. Per celebrare la storica tradizione anatomica padovana si è deciso di impreziosire l’Istituto di Anatomia umana con un’opera dell’artista Milo Manara: la mera successione di gradini diventa ora, con l’intervento di Manara, elemento di raccordo tra le sale anatomiche del seminterrato, le aule del piano terra ed i laboratori del primo piano. Una continuità concettuale tra l’anatomia settoria e la più avanzata scienza morfologica, tra arte e scienza. Con lo spirito degli ottocento anni si è voluto omaggiare il rapporto di Padova con le arti figurative, in particolar modo il disegno e la pittura si integrano per la prima volta con la didattica anatomica: dalle raffigurazioni del Vesalio durante le sue dissezioni, agli studi anatomici di Leonardo da Vinci fino al nudo maschile seduto e studio del braccio destro del 1511 di Michelangelo Buonarroti.

MILO MANARA 3-2

L’intervento in numeri

Tre sono le pareti del vano scala ubicato nell’Istituto di anatomia umana dell’Università di Padova (via Falloppio 50 a Padova) oggetto dell’intervento, per un totale di 225 mq circa sviluppato su tre rampe di scale a cui si aggiunge il soffitto. La tecnica utilizzata è il Tattoo Wall. Gli enti coinvolti dell’Università di Padova sono il Dipartimento di Neuroscienze, il Prorettorato al Patrimonio artistico, storico e culturale, il Prorettorato all’Edilizia, il Prorettorato alla Didattica, l’Area Edilizia e sicurezza e l’Ufficio Sviluppo Edilizio sempre dell’Ateneo patavino.

Tattoo Wall

Tecnica decorativa che si basa sul trasferimento di inchiostri digitali da un supporto transfer a una superficie. Il procedimento di applicazione si avvia mediante la stesura di un aggrappante sul muro o altra superficie preparata a contenere l'immagine. Il supporto stampato viene appoggiato e fatto aderire tramite pressione manuale, subito dopo è possibile rimuovere il supporto stesso che avrà rilasciato sulla superficie l'immagine con la stessa resa dell'affresco. Questa tecnica è stata utilizzata la prima volta nel 2009 con l'intervento di ripristino degli affreschi perduti di Andrea Mantegna nella Cappella Ovetari di Padova. Nell'ambito museale i lavori eseguiti sono innumerevoli: al Museo Diocesano di Padova, alle Gallerie dell'Accademia a Venezia, al Museo dell'Ebraismo Italiano e della Shoah a Ferrara, alla Fondazione dei Musei a Brescia, al Palazzo Sarcinelli a Conegliano, al Palazzo Cini a Venezia, al Guggenheim a Venezia e alla Reggia di Venaria a Torino.

MURALE MILO MANARA 3-2

Le aree del murale

Dal basso verso l’alto lo sviluppo del murale simboleggia il continuum morte-vita come binomio di conoscenza-cura. Si parte dalla parete 1 con la rampa che dalle Sale autoptiche (luogo del conoscere) portano al piano delle aule (ambienti dove si trasmette la conoscenza). La seconda parete porta ai Laboratori intesi come parti dell’edificio dove si concretizza la ricerca e si formano i nuovi saperi. Si arriva infine al livello più elevato della scalinata (parete 3) che porta al soffitto dove viene rappresentata la donazione degli organi perché permette di migliorare la capacità della cura. Infine il soffitto dove, nella rivisitazione del cielo della Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova, vengono collocati un Adamo e una Eva primordiali da cui ciclicamente inizia la vita dopo la morte.

L’opera di Milo Manara

La suddivisione dell'opera

  • Parete 1 - La parete si divide in due parti principali, quella alta dove, dal basso verso alto, è rappresentata la “vita” nella figura della donna nelle sue varie fasi dalla nascita alla morte: i vari riquadri sono uniti dai rami della vita (Rivisitazione dell’albero della vita di Klimt). Nella parte bassa invece sono rappresentate le prime autopsie con in evidenza Michelangelo e Leonardo da Vinci: i grandi artisti la cui opera molto spesso si è basata sullo studio attento della anatomia anche con la partecipazione alle prime autopsie, dove i corpi erano quelli degli impiccati prelevati direttamente dal patibolo.
  • Parete 2 - Il Teatro anatomico, presente a Palazzo del Bo, diventa il fulcro da cui i malati aiutati dalla medicina (medici e infermieri) salgono verso il paradiso che culmina con la rinascita della vita rappresentata dalla figura finale della donna e nel soffitto da Adamo ed Eva persi nello spazio.
  • Parete 3  Qui vi è la rivisitazione del frontespizio del libro De Humani Corporis Fabbrica scritto da Vesalio - con rimandi agli affreschi di Villa Barbano a Maser - dove il Veronese sfonda illusionisticamente la bidimensionalità delle pareti, arricchendole di finte decorazioni architettoniche che rappresentano elementi di fantasia e figure umane: un gioco raffinato di moltiplicazione degli spazi secondo i principi dell’illusione ottica. A destra, in senso orario, troviamo raffigurati i personaggi storici, mentre a sinistra sono rappresentate le figure contemporanee di Università e Dipartimento.
  • Soffitto - C’è la rivisitazione del cielo della Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova, inserita nel contesto dove volano un Adamo ed una Eva primordiali da cui ciclicamente inizia la vita dopo la morte.

MURALE MILO MANARA 4-2

Milo Manara

«Nella prima parete ho raffigurato in chiave allegorica la frase meravigliosa “MORS UBI GAUDET SUCCURRERE VITAE” che si riferisce all’antico teatro anatomico dell’Università di Padova, dove, studiando i corpi dei morti, si imparava a guarire i vivi – dice Milo Manara –. Ho anche illustrato i primi studi anatomici semiclandestini, scientifici e artistici. A legare tutte le immagini c’è l’Albero della Vita, ispirandomi a Klimt. Nella seconda parete ho preso lo spunto dal frontespizio del libro cinquecentesco di Andreas Vesalius, uno dei primi insegnanti a Padova. All’immagine ho aggiunto alcuni dei più importanti insegnanti dell’Università nel corso dei secoli, come Eustachio e Falloppio, arrivando ai contemporanei. Nella terza parete ho mostrato come l’Università oggi più che mai sia impegnata a formare i nuovi medici, partendo dal suo cuore antico, il teatro anatomico. I nuovi medici sono preparati ad affrontare le entusiasmanti possibilità della chirurgia moderna, come il trapianto degli organi.  Sono possibilità – conclude Milo Manara – che proiettano idealmente l’umanità verso una ipotetica eternità, come ho metafisicamente illustrato sul soffitto, che, restando nella tradizione antica, riproduce la volta stellata, anche se attualizzata dalla visione dei moderni telescopi».

Personaggi storici rappresentati

I personaggi storici rappresentati:

  • Giovanni Battista Morgagni (1682-1771), professore di anatomia è il fondatore della anatomia patologica contemporanea. “Non è possibile prospettare la natura e le cause di alcuna malattia senza la conferma delle sezioni cadaveriche”. Nella sua produzione e insegnamento fa riferimento all’uomo vitruviano, mettendo l’uomo al centro con riferimento alle basi dell’architettura per la formazione del medico.
  • Antonio Maria Valsalva (1666-1723) medico, anatomista e chirurgo, allievo prediletto di Marcello Malpighi, fu maestro del celebre Giovanni Battista Morgagni. All'Archiginnasio di Bologna si laurea "magna cum laude" con una tesi dal titolo "Sulla superiorità della dottrina sperimentale". Valsalva si accorse che gli studi di allora portavano solo all'immagine della verità: per ricercare i sintomi delle malattie, il loro decorso e l'efficacia della terapia non bastava esaminare attentamente i malati, ma occorreva studiare le alterazioni delle parti ammalate sui cadaveri.
  • Bartolomeo Eustachio (tra il 1500 e il 1510-1574), anatomista. Indagò con acutezza i cadaveri per capire le malattie. L'opera più famosa è il Tabulae Anatomicae del 1552 che gli fece tributare il titolo di "Principe dell'anatomia".
  • Gabriele Falloppio (1523-1562), nel 1551 accettò dall’Università di Padova le cattedre di anatomia, chirurgia e di botanica. Suoi allievi illustri furono Girolamo Fabrici d'Acquapendente, Marcello Capra, Antonio Minutoli e Volcher Koyter. Fu autore di mirabili scoperte anatomiche, con contributi fondamentali in osteologia, miologia, splancnologia. Oltre ad essere stato uno degli scienziati più importanti della storia dell'anatomia, diede contributi importanti anche in anatomia comparata, botanica, fisiologia, farmacologia e medicina termale.
  • Andrea Vesalio (1514-1564) è fondatore dell'anatomia moderna; per primo postula la necessità di una riscrittura complessiva della descrizione del corpo umano e delle sue parti realizzata attraverso la pratica assidua della dissezione di cadaveri e una critica accurata delle fonti del sapere antico. Ha scritto il libro fondamentale per la medicina De Humani Corporis Fabbrica.
  • Leonardo da Vinci (1452-1519) dedicò allo studio del corpo umano circa venti anni della sua vita, suddivisi in tre periodi: tra il 1480 e il 1490, a Milano, approfondì i muscoli e le ossa; tra il 1502 e il 1507, a Firenze la meccanica del corpo; dal 1508 al 1513, tra Milano e Roma, analizzò gli organi interni e la circolazione sanguigna. Fu l’inventore dell’illustrazione anatomica e dell’immagine esplosa, metodo illustrativo utilizzato ancora oggi.
  • Michelangelo Buonarroti (1475-1564), i suoi disegni mostrano l’interesse anatomico del maestro che si traduce ad esempio in fibre muscolari tratteggiate nel dettaglio. Nei suoi scritti l’artista si riferiva spesso al corpo umano come a un «velo mortale dagli intenti divini»: l’anatomia diventa strumento di conoscenza finalizzato alla rappresentazione del corpo nella sua forma perfetta. È un'anatomia basata su conoscenze empiriche, frutto appunto delle dissezioni di cadaveri.

MURALE MILO MANARA 5-2

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