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I vegri sul monte Cecilia: al via la conservazione di questi straordinari e unici habitat euganei

Partiti i lavori di preservazione dei vegri sul Monte Cecilia, non solo in questi giorni si apre anche il cantiere per la sicurezza di Rocca Pendice

Sono iniziati gli interventi di preservazione dei circa otto ettari di vegro che il Parco Regionale dei Colli Euganei detiene sul Monte Cecilia, nel comune di Baone. Ad occuparsene sono gli operatori di Veneto Agricoltura, affiancati dal personale dell’Unità Forestale dell’Ente, in virtù di un progetto, l’1/2021/PD Colli Euganei - “Interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria di alcuni vegri di proprietà dell’ente Parco” che mette a disposizione un importo di 176 mila euro per la conservazione di questi straordinari e unici habitat euganei.

Cosa sono i vegri? 

Con il termine “vegro” si individuano praterie aride corrispondenti all’ habitat prioritario, riconosciuto con il codice 6210 ("Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia)(*stupenda fioritura di orchidee)"), avente origine seminaturale; con questo termine, si intendono formazioni prative di origine antropica; nel nostro caso, il vegro corrisponde a una prateria instauratasi su territori abbandonati dalla gestione umana, in particolare dall’attività legata all’agricoltura e alla pastorizia. La naturale evoluzione porta (dovrebbe portare) a una fase climax, formata da boschi termofili di roverella. La rinaturalizzazione avviene in maniera progressiva; dapprima si insediano le specie erbacee, tipiche del vegro (principalmente graminacee, composite e leguminose), successivamente, si assiste all’ingresso della componente arbustiva, (biancospino, pruno spinoso, rosa canina, ginepro, viburno, ginestra), che preparano l’arrivo delle specie prettamente arboree (roverella, orniello, ginepro). Tuttavia la presenza umana ha influito negativamente su questa scala evolutiva, introducendo specie alloctone, oramai naturalizzatesi. Per questo motivo, spesso i vegri, risultano inarbustati, più che da scotano, frassino, roverella, ginepro, da boscaglie di robinia, ailanto, che portano alla formazione di boschi monospecifici, dove anche le specie animali hanno difficoltà a viverci, abbassando quindi il livello di biodiversità, e diventando, in definitiva, un’involuzione, piuttosto che un’evoluzione.

Interventi necessari

Per questo si rendono necessari interventi, come quelli previsti dal progetto 1/2021/PD Colli Euganei, con cui programmare operazioni di sfalcio, da realizzarsi nel secondo semestre dell’anno, in ogni caso distante dal periodo in cui nidifica il succiacapre, la lotta all’inarbustimento, togliendo o diradando le essenze non compatibili con il vegro, e la risemina delle aree rimaste spoglie attraverso la “tecnica del fiorume”, ossia con il riporto del materiale di sfalcio ricco dei semi originali del prato.

Preservare

«Solo in questo modo – spiega Giorgio Ziron, funzionario dell’Ufficio Tecnico Forestale – potremo permettere alle generazioni future di poter assistere allo spettacolo naturale che i vegri dei Colli Euganei offrono durante la tarda primavera, con la fioritura delle decine di orchidee spontanee. Per avere valenza scientifica, l’efficacia degli interventi eseguiti, sarà valutata mediante una serie di monitoraggi annuali realizzati dall’Orto Botanico dell’Università di Padova, che serviranno evidenziare il miglioramento o il peggioramento del vegro dal punto di vista naturalistico, rispetto allo stato attuale e indicare eventuali ulteriori tecniche di intervento per la manutenzione dell’habitat 6210 presente sul monte Cecilia.

A Rocca Pendice

Verrà cantierata giovedì 16 giugno, invece, l’area di Rocca Pendice, nel comune di Teolo, per l’inizio dei lavori di disgaggio delle pietre e dei massi resi instabili dall’incendio di giugno/luglio 2020. I lavori sono già stati appaltati ad una ditta specializzata e la direzione affidata alla geologa Daniela Grigoletto. Gli interventi riguarderanno la zona Catino Centrale – Pilastro Spigolone; la Zona Dinamiche e la zona Canale Secondario.

La sicurezza

«Si tratta della messa in sicurezza di una zona molto importante per il Parco – spiega il responsabile dell’Area Complessa Agricolo Forestale, Michele Gallo – in quanto oltre ad essere interessata da percorsi naturalistici, costituisce un’importante palestra per gli amanti della scalata. Entrambe le attività da due anni risultano fortemente pregiudicate dall’incendio e quindi esiste l’esigenza di intervenire sia sulle pareti rocciose, sia a terra con la rimozione di tutto il materiale che verrà precipitato. In più è previsto, attraverso l’intervento di Veneto Agricoltura, il recupero del camminamento alla base delle pareti, in modo da renderlo meno scosceso e di creare delle piazzole per l’atterraggio dell’elisoccorso. La fitta vegetazione, infatti, oggi pregiudica le operazioni di recupero di eventuali infortunati, sicché si rende necessario la creazione 3-4 spazi delle dimensioni di una decina di metri di diametro, magari approfittando di radure già esistenti, da destinare alla sicurezza dei frequentatori senza essere troppo invasivi in un’area così ricca di pregio».

Due tre settimane

Due o tre settimane di lavoro saranno sufficienti per restituire agli appassionati di roccia e agli escursionisti uno degli angoli più belli dei Colli Euganei, migliorato nella sicurezza e attrezzato anche per gli interventi di soccorso più gravi.

Il mantenimento

«Sono soddisfatto del lavoro fatto dal nostro ufficio agroforestale – conclude il presidente del Parco Regionale dei Colli Euganei, Riccardo Masin – i due interventi rientrano a pieno nelle attività di mantenimento dei luoghi simbolo del nostro Parco Naturale.

Questo il primo passo per mantenere ed incentivare la salvaguardia della nostra biodiversità e rendere fruibili a tutti il nostro patrimonio». 

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